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Dedicato alle donne e alle bambine dell’Afghanistan, ” Sotto il burqa”(conosciuto anche come “I Racconti di Parvana”, mentre il titolo originale è The Breadwinner) è un film d’animazione del 2017, diretto da Nora Twomey e basato su un romanzo di Deborah Ellis. La storia della piccola Parvana è ambientata in Afghanistan nel 2001, poco prima degli attacchi a New York e dell’intervento militare statunitense. Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel Settembre 2017, il film d’animazione è stato accolto con entusiasmo dalla critica internazionale, menzionato da Amnesty International Italia e candidato al Premio Oscar nella categoria “Miglior Film d’Animazione”. Attualmente è possibile visionarlo su Netflix o YouTube.
La storia della piccola Parvana comicia in una Kabul tenuta sotto scacco dai Talebani, in cui l’educazione è proibita a donne e bambine e la violenza regola la vita quotidiana. Mentre Parvana sogna di perdersi tra le pagine di un libro, suo padre verrà arrestato. Proprio in questo momento tensione e paura la bambina compie una scelta coraggiosa: vestirsi da ragazzo per aiutare la propria famiglia, salvandola dalla miseria e dalla fame. Con una sovrapposizione dei piani narrativi, Parvana si intreccia anche con elementi appartenenti al patrimonio culturale folkloristico afghano, trasformando la propria fuga in una favola.
L’eroismo di Parvana, la ricerca di una via di fuga attraverso l’istruzione, il realismo con cui l’intreccio è presentato, rendono il film un chiaro esempio di come gli intrecci con protagoniste donne non debbano più rispondere a cliché legati alla romanticizzazione del femminile. La storia di Parvana ci apre gli occhi sull’importanza della rappresentazione di “altre” protagoniste in un momento storico in cu l’Afghanistan sta ripiombando in un regime che ostracizza le donne e la libertà di pensiero.
Ecco perché, oltre alle animazioni colorate ed esotiche e alla storia sapientemente trasposta dal romanzo di Ellis, andrebbe apprezzato oggi più che mai il messaggio che un personaggio come quello di Parvana incarna per adulti e bambini. Come commentato da Amnesty International Italia: “Sotto il burqa celebra con attenzione e rispetto la cultura, la storia e la bellezza dell’Afghanistan ed è un film sul coraggio delle donne e la forza dell’immaginazione e del racconto contro l’oppressione e la discriminazione.”
Un film da guardare in compagnia dei più piccoli, o – perché no – anche da soli, che vi farà commuovere e pensare, riportando l’ attenzione sulla vicenda politica che sta travolgendo in questi giorni l’assetto già delicato di un paese ricco di storia e cultura come l’Afghanistan. Un racconto per piantare il seme della humanitas, perché, come dice il padre di Parvana: “Le favole rimangono nel cuore, quando tutto il resto se ne va”.
Per donare un contributo economico a sostegno dell’emergenza afghana, è possibile effettuare una donazione a Pangea Onlus
“Pangea è una fondazione che opera a Kabul dal 2003 e quello che abbiamo in Afghanistan non è un progetto ma famiglia.
Abbiamo a cuore tutte le ragazze dello staff e conosciamo una per una tutte le nostre beneficiarie e i loro bambini.
Ovviamente il progetto cambierà nelle prossime settimane, non abbiamo scelta.
Non sappiamo ancora come. Dovremo agire di nascosto e nel silenzio ma Pangea non abbandonerà l’Afghanistan: continuerà a lavorare per le donne e i loro bambini.
Al momento la nostra priorità è mettere in salvo lo staff afghano, donne che in questi anni hanno lavorato con coraggio per aiutare le donne. E che ora rischiano violenze, stupri e di essere uccise.
Dobbiamo metterle in sicurezza per poter ricominciare presto ad aiutare le donne e i bambini a Kabul.
Quello di Pangea a Kabul è un progetto fastidioso per i talebani.
Non è un progetto sanitario utile anche ai talebani.
Ma è un progetto di vitale importanza per le donne e i bambini di Kabul e non possiamo lasciarli soli.
Come fa sempre Pangea, saremo trasparenti e onesti e rendiconteremo al centesimo quanto raccolto.
Vi racconteremo le storie delle donne aiutate e dei loro bambini.
E speriamo di tornare presto a mostrarvi foto e video con i loro sorrisi e i loro occhi felici.”
(Comunicato dal sito ufficiale di Pangea)
di Silvia Barbato