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Joan Mirò (Barcellona 1893- Palma De Maiorca 1983), artista eclettico, scultore, pittore, ceramista, esponente di diversi movimenti dal surrealismo all’astrattismo, dal cubismo all’espressionismo e alla pittura naif, con “Joan Mirò il linguaggio dei segni”, per la prima volta giunge a Napoli presso il PAN (Palazzo delle Arti di Napoli).
Si tratta di una importante mostra, organizzata dalla Fondazione Serralves di Porto, è curata da Robert Lubar Messeri, professore di Storia dell’arte all’Institute of Fine Arts della New York University e direttore della Càtedra Miró presso l’Open University of Catalunya e allestita con Francesca Villanti, direttore scientifico del C.O.R. (Creare, Organizzare, Realizzare). Promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, col patrocinio dell’Ambasciata del Portogallo in Italia, è stata inaugurata dal Ministro della Cultura portoghese e dal Sindaco di Napoli il 23 settembre 2019 e si concluderà il 23 febbraio 2020.
Si tratta dell’esposizione di una collezione unica, che rappresenta una delle manifestazioni culturali più importanti per la città partenopea. Solo nel primo mese di apertura ha fatto registrare la presenza di ben 15.000 visitatori tra cittadini, scolaresche e turisti provenienti da tutto il mondo.
La collezione rimasta sconosciuta per diversi anni, appartenuta a Pierre Matisse, successivamente ad un collezionista giapponese e infine al Banco Portugues de Negocios che preferì conservarla all’interno di un caveau, attualmente è di proprietà dello stato portoghese in deposito presso la sopracitata Fondazione Serralves.
Percorrendo nove sezioni, si possono ammirare ben ottanta opere originali, su ottantacinque, provenienti dalla collezione.
Le opere coprono un lungo periodo della carriera di Mirò, dal 1924 al 1981 e rispecchiano diversi momenti e vissuti dell’artista concentrato sulle trasformazioni dei linguaggi pittorici che iniziò a sviluppare nei primi anni ’20.
Il percorso si apre con “Ballerina” del 1924, la celeberrima opera con cui l’artista catalano avviò il processo di riduzione e semplificazione della figura e con una linea sostituisce il corpo della ballerina e con un semicerchio in alto, la testa. Si procede quindi con le altre opere molto significative che rispecchiano momenti storici, tra cui la guerra civile spagnola, esperienze, vissuti, orientamenti culturali ed ideologici dell’autore e la sua poliedricità.
Quadri, sculture, collage, arazzi, disegni, fotografie che ritraggono Mirò all’opera, si susseguono nelle sale. Attraverso le opere si respira la sua arte inconfondibile e lontana dal convenzionale e aperta ad ogni esperienza, contraddistinta da colori forti come il nero, il rosso, il giallo, il blu e il verde, dalle linee, dall’utilizzo di materiale inusuali, spesso riciclati e raccolti per strada e usati al posto delle tele o assemblati in modo interessante in collage e sculture: pezzi di ferro, stoffa, catrame, cartoni, sacchi, corde, fili, sacchi, tessuti e “sovratessuti”, vassoietti di cartoni per dolci.
Le forme pur essendo essenziali e prive di elementi superflui e fronzoli esprimono e trasmettono emozioni e suggestioni, assumendo aspetti onirici e allucinatori che danno adito alle interpretazioni più diversificate. Non si resta indifferenti di fronte alle sue opere, ciascuna con una sua peculiarità. C’è qualcosa che trasfigura e oltrepassa la realtà e proprio per questo suscita attrazione e corrispondenza di sensi. Ci si può soffermare ad esempio sulla celebre “Testa d’uomo” del 1935, l’opera riportata anche sulle brochure della mostra, e si riflette sulla chiazza scura sul volto che sembra sia stata fatta per coprire il sangue uscito da una ferita. Presenti in diverse opere elementi ricorrenti come l’occhio egiziano, stelle, uccelli, ruote, parti del corpo, che gli conferirono il soprannome di “miròglifico”. Via via, cronologicamente si susseguono così le opere della collezione fino a giungere alle “Tele bruciate” realizzate quando era ottantenne e di cui si può anche vederne l’esecuzione grazie ad un video proiettato in una saletta.
La mostra prevede anche laboratori didattici, visite guidate e percorsi creativi ideati e realizzati da PANkids.
Daniela Vellani
Informazioni: PAN | Palazzo delle Arti Napoli, Via dei Mille, 60
25 settembre 2019 – 23 febbraio 2020
Tutti i giorni 9.30 – 19.30, martedì chiuso
Info e prenotazioni
Tel. +39 334 1324281
info@mostramironapoli.it
@MostraMiroNapoli
#MostraMiroNapoli
BIGLIETTI
Intero € 12,00
Ridotto € 8,00
Ridotto bambini € 5,00
dai 6 ai 14 anni
Ridotto scuole € 5,00