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“Un bacio rubato”, intervista a Gennaro Vitrone, viaggio nell’ultimo singolo

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È uscito l’11 ottobre scorso “Un bacio rubato”, ultimo lavoro di Gennaro Vitrone. Un viaggio introspettivo fatto di metafore tra passioni e delusioni, dove sopraggiunge la fine di un amore. Un lavoro di squadra, ci tiene a precisare il cantautore casertano, che ha visto tutti i componenti, che sono stati impegnati nella produzione, partecipare con amore e passione. Una nuova lirica e un sound un po’ più malinconico, ma che come sempre ti accompagna in un viaggio carismatico tra ricordi ed emozioni.

Abbiamo contattato Vitrone e gli abbiamo fatto qualche domanda:

Buonasera Gennaro, è uscito l’11 ottobre,  il tuo ultimo singolo Un bacio rubato. Come nasce questo brano che, rispetto, ai precedenti, ha una sonorità e una lirica diversa?

Il brano parte dal testo, cioè da una poesia che mi è stata proposta da Nerocarbone, ovviamente, mi è piaciuto e, assieme, lo abbiamo sviluppato. Effettivamente ha una sonorità diversa se paragonato al mio ultimo lavoro “Salvami”. Diciamo che in questo brano prevale la mia anima più romantica. Un bacio rubato è stato prodotto e suonato dal chitarrista e polistrumentista Ubaldo Tartaglione.

 Hai sentito il bisogno di esprimerti seguendo un’altra prospettiva, un viaggio introspettivo per…?

Credo che l’introspezione nei miei brani ci sia sempre stata, certamente sto ascoltando nomi del nuovo cantautorato che mi stanno affascinando molto, cerco di catturare certe sonorità che mi colpiscono e danno nuova linfa. Vista la pessima musica Mainstream che ci circonda, io non perdo la speranza perché c’è tanta roba, basta cercarla. Infatti, ho intercettato due artisti bravissimi, molto diversi tra loro: Daniela Pes e Lucio Corsi.

Ascoltando il brano si sente anche una vena nostalgica del tempo passato, hai qualche rimpianto?

In un brano del genere tutti, più o meno, ci potremmo identificare, la passione, l’innamoramento, le crisi, la fine di un rapporto. È  un brano con dei connotati forti, pieni di contrapposizioni. No, nessun rimpianto, soprattutto del tempo passato.

La tua carriera, ormai più che trentennale, ti colloca tra i musicisti casertani e campani più stimati, quanto è difficile di questi tempi tenere viva la passione per la musica?

Oggi è molto difficile, tutto cambia velocemente, l’avvento dello stream è stato un guaio non una opportunità. Oggi per chi vive di sola musica è durissima, le piattaforme ti pagano pochissimi centesimi, questo fa sì che molti vi rinunciano. Sì, è complicato trovare gli stimoli, io mi ritrovo molto nel live, nel fare un concerto, e, ovviamente, nella scrittura, poi tutto torna.

Dopo un periodo difficile per tutti, si è ripreso con i concerti, le serate. Tu sei reduce anche dalla sesta edizione di VIVO FEST, che continua a darti soddisfazione. Qual è stato il bilancio di questa edizione?

Quella del Vivo Fest, la sesta, è stata una bellissima edizione, si è ritornato con il pubblico presente, aver avuto Francesco Di Bella come ospite è stata una grande soddisfazione, così come Paki Di Maio,  la poetessa Michela Savoia e me, ovviamente, mi piace esibirmi con le persone che stimo e ammiro. L’elettronica, il rock il dub, il poetry slam. È stato un festival come me lo ero immaginato, molto metropolitano, al passo con i tempi però con uno sguardo al passato.

Come direttore artistico, sicuramente, sei già attivo per la prossima edizione. Puoi già anticipare qualcosa?

Inizieremo a lavorarci appena dopo Natale. Certamente ci sono delle idee, le svilupperò, come al solito con Tonia Cestari e con tutto il team.

Progetti imminenti, invece, quali serate e quali novità ci sono?

Sicuramente i live, i concerti, ce ne saranno tanti. Le mie canzoni le porterò in giro.

Ad accompagnarmi da un po’ di tempo ci sono:

Ernesto Orecchio: chitarra e voce.

Almerigo Pota: tromba.

Donato Tartaglione: basso.

Carmine Silvestri: percussioni.

Certamente tra le tante date ce ne sarà una a gennaio a cui tengo particolarmente per la stima che mi lega a Gaetano d’Aponte e Gennaro Gatto. Ci sarà un mio concerto all’auditorium Bianca d’Aponte. In realtà, un ritorno, visto che mancavo da qualche anno.

Gennaro Vitrone è un cantautore casertano nato nel 1964. Le prime esperienze musicali sono legate alla musica rock-metal. Vitrone si racconta, infatti, come un adolescente innamorato del rock al punto da iniziare proprio il suo percorso artistico in una band rock la TRB, poi realizza un disco in Inghilterra.

Con gli anni, il suo percorso continua, passando alla scrittura dei testi, in italiano, dando così spazio a nuovi viaggi musicali che lo rendono molto prolifico, producendo nel corso di questi anni quattro album.

Gennaro Vitrone è inoltre l’ideatore e il direttore artistico di VIVO FEST, rassegna dedicata alla musica d’autore che si svolge a Caserta, giunta, con successo, quest’anno alla sesta edizione.

Gennaro Vitrone ha partecipato a vari concorsi musicali nazionali quali: L’artista che non c’era nel 2008, Musicultura 2010, Premio Fabrizio De André 2010, Premio Bianca D’Aponte nel 2009 e nel 2013, Botteghe d’Autore 2011, Giffoni Film Festival 2014, Premio Ugo Calise 2017, vincitore Premio Olmo 2015, Premio “Be quiet” 2018 ritirato nella prestigiosa cornice del Teatro Bellini di Napoli e tanti altri.

 Giustina Clausino

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