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Spopola sui social il format di Rosario Copioso, che con le proprie interpretazioni spalanca il sipario virtuale e diventa virale. Con più di 70.000 visualizzazioni su Instagram l’artista originario del casertano sfrutta i nuovi media come “gancio culturale”per veicolare la bellezza.
Classe ’87, tanta grinta e una naturale propensione per l’umano. Che Rosario Copioso possieda la materia dell’attore è evidente già dalla prima impressione, ciò che non è scontato invece è l’intuizione di trasportare la propria professione sui social in maniera innovativa. Copioso lo ha fatto con un’idea semplice e brillante: creare contenuti video immediati ma di spessore culturale.
E’ il caso della poesia “Ho contato i miei anni” di Màrio de Andrade, interpretata dall’ attore in un video che ha raggiunto in breve tempo le 70.000 visualizzazioni su IgTv (la funzione di Instagram che permette la condivisione di video dalla durata superiore allo standard di un minuto). Una performance emozionante che Copioso ha dedicato “ad un grande amico e ispiratore, Pasquale Di Felice“.
L’esperimento ha dato il via al tam tam digitale, traducendosi in breve in un vero e proprio format in cui il testo viene interpretato e condiviso. L’utente social può usufruire di una piccola pièce sempre accessibile, mentre il messaggio del brano viene affidato alla voce intensa dell’interprete.
Un successo che ha destato interesse anche nel mondo letterario, dando il via a nuove collaborazioni con i booktrailer di “Alma- il dolore agile”di Ilaria Maria D’Urbano con prefazione di Pupi Avati, di “The Next Generation- I musicisti del futuro. Istruzioni per una vita intelligente” di Loredana Lubrano e di “La matematica del metafisico” di Stefano Esposito per MEA edizioni.
Artista poliedrico, Rosario Copioso inizia prestissimo la carriera da performer, arrivando a declinare la propria passione per il teatro in svariati ruoli: attore, conduttore e autore radiofonico, regista, acting coach, presentatore, direttore artistico e voice over. Nel corso della sua carriera ha collaborato con personaggi di spicco del mondo dello spettacolo come Franco Oppini con il quale è nata una forte amicizia e che ringrazia in quanto “persona straordinaria e amico prezioso che mi da molta forza e stima”.
Oltre ad essere legato al proprio territorio, Il giovane attore ha collezionato negli anni anche esperienze internazionali come il workshop con l’acting coach di Leonardo Di Caprio e un incontro con il coach di Meryl Streep.
Ci ha raccontato in un’intervista il suo punto di vista su teatro, social e attualità.
L’INTERVISTA
La cultura sta approdando sui social : il futuro delle arti sceniche è nei nuovi media?
“Il settore dell’intrattenimento si sta spostando sui social, radio comprese, perché sono un mezzo veloce per raggiungere il pubblico. Proporre questo tipo di contenuto video è un modo di supportare la cultura: la finalità è quella di avvicinare le persone tramite un’interpretazione personale, intima, perché a volte si tende a leggere in maniera asettica, senza entrare nell’anima del libro. Talvolta non riusciamo a leggere i sentimenti, le intenzioni tra le righe, io nel mio piccolo cerco di dare una mano a chi vuole entrare nel testo e magari non ha tempo di leggere.”
Nel descrivere il proprio lavoro Rosario Copioso lascia trasparire una passione avvincente, poi con
emozione menziona gli allievi del Drama Teatro Studio ai quali insegna tecniche e pratiche di recitazione: “Voglio ringraziare il cuore del Drama, gli allievi che in questi mesi mi hanno supportato moltissimo”.
Poi continua- “Molte scuole di recitazione trattano tutti gli allievi allo stesso modo, ma non è giusto generalizzare, perché ognuno è una persona a sé e per questo il teatro deve diventare un posto dove ritovare se stessi e allenare l’anima all’empatia. Bisogna combattere la mancanza di empatia con i contenuti e non solo con le parole. E’ importante cercare di non perdere di vista la vita reale a favore di quella virtuale.”
Supporto l’idea di utilizzare i social come metodo per espandere la cultura ma condivido l’idea di Gianfranco Gallo, secondo la quale i teatri che in questo periodo stanno abituando il pubblico ad avere rappresentazioni online rischiano di far perdere l’abitudine di andare a teatro. Bisogna ricordare che il teatro è dal vivo, in presenza.
Quindi sì ai social utilizzati come mezzo per attrarre e avvicinare sopratutto i giovani al teatro?
“Sì, ma tenendo presente l’illusione del dispositivo e dell’iperaccessibilità. Bisogna andare al cinema e rispettare i luoghi di cultura, non per osservare passivamente ma da spettatori attivi, trovare parte di sé negli altri e scoprirsi.”
Cosa diresti al ‘pubblico del futuro’ se potessi mandare un messaggio?
“Direi sicuramente che il nostro settore è importante perché riesce a creare un legame con il passato, riattivando il ricordo. Quante volte al cinema o a teatro ci capita di riconoscere un nostro caro in un personaggio e magari quella persona non c’è più? In questo modo accendiamo un sorriso, troviamo soluzioni, ci rivediamo nei personaggi e magari riusciamo a cambiare. Dovremmo avere cura del teatro come ne avremmo per noi stessi. Oggi la cultura sta soffrendo, allora bisogna rendersi conto che frequentare il mondo della cultura non solo ci aiuta a comprendere il mondo dei sentimenti, non si tratta solo di tecnica o memoria ma di conoscere se stessi, curare l’empatia, guardarsi dentro.”
Poi conclude-“Ciò che mi rende più felice è che le persone si stiano riconoscendo in ciò che faccio, è un modo per mettere in comunicazione perfetti sconosciuti che tuttavia hanno qualcosa da condividere.”
E così, in un periodo in cui la tanto decantata “resilienza” ci appare sempre più inflazionata, Copioso ci ricorda cosa significhi reinventarsi con creatività, veicolare un messaggio spontaneo, difendere la cultura.
di Silvia Barbato