Napoli, alla Sala Assoli, emozioni intense per “Supernova” di Mario De Masi

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Foto di Maria Mazzei

In Sala Assoli a Napoli, dal 5 al 7 marzo la giovane compagnia I pesci ha portato sul palcoscenico “Supernova”, un pezzo profondo, intenso e amaramente comico di Mario De Masi, con Alessandro Gioia, Fiorenzo Madonna, Antonio Stoccuto e Lia Gusein-Zadé.

“Più perderai al di qua, più vincerai aldilà”

Le stelle in cielo formano costellazioni bellissime da ammirare, esse tracciano nel cielo vie da seguire, prima che il tempo inneschi un processo distruttivo che porta i corpi celesti al collasso, per scoppiare in un immenso buco nero. In scena, c’è la storia di una distruzione familiare temporale: il tempo e le azioni spregevoli dell’uomo creano conseguenze irrimediabili sul futuro, e in scena, all’interno delle mura domestiche, i dolori esplodono come bombe durante la guerra.

Italo, Massimo e Christopher sono tre fratelli, figli di quelli che in paese chiamano PaneTosti perché panettieri da ben tre generazioni. Come in molte famiglie, i fratelli sono cresciuti molto diversi tra loro, ognuno con interessi e ambizioni opposte e disposti a fare scelte di vita differenti per se stessi. Soprattutto, come in molte famiglie, la vita dei tre ragazzi è dipesa dal ruolo dei genitori.

“Mamma dice che non ci dobbiamo fidare delle donne”

In scena la madre è silente intorno a loro, non apre mai bocca. Come una ‘mbriana spettrale e tormentata si muove sulla scena mossa dalla disperazione che la divora e logora. Silente, si getta a terra, danza, tira le cose in aria, picchia i figli, si siede attonita: è il ritratto del dolore profondo provato da una donna vittima della vita e del destino. Come uno spirito infernale o la voce della coscienza, la donna si aggira e rigira tra i ragazzi, mentre viene snocciolata una storia di aneddoti e abusi.

Le storie di violenza sono quelle a far più ribrezzo per la crudeltà insita nell’interpretazione. La realtà a Sala Assoli è sul palco con un testo atroce e vero. Inizia nel buio, con un canto corale a tre voci che penetra nell’animo e ricopre la sala d’ansia: un foglio brucia, la polvere vola sul pubblico e una macabra danza va in scena. Lo spettatore è spiazzato, pronto a chiedersi quanti altri segreti si nascondono dietro la famiglia Tosti e quanto è in grado di fare l’uomo per sé e per la sua famiglia.

“Mamma com’è facile scomparire dalle vite degli altri”

C’è chi si annulla, chi si fa carico del dolore, ma alla fine tutti e tre si ritrovano a ridare alla madre una parte di loro stessi, a lei che li ha formati e dato loro le membra, dimostrando che anche gli errori vengono dimenticati quando una stella esplode in un buco nero.

Roberta Fusco

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