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Napoli, la sezione Egizia del Museo Archeologico ritorna al suo splendore

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foto di Damiano Gedressi

Dopo la riapertura al pubblico della sezione Egizia del Museo Archeologico di Napoli, siamo andati a visitare il nuovo allestimento per verificare le novità proposte dopo sei anni di chiusura della collezione.
La sezione Egizia, che ha il vanto di essere il nucleo più antico d’Italia, è ritornata al suo ruolo di cardine del Museo partenopeo, con circa 2500 reperti che vanno dalle dinastie dell’Antico Regno al Nuovo Regno, coprendo quasi tremila anni di storia.
La risistemazione degli originari spazi espositivi fino dal 1864, è stata suddivisa in sei sezioni tematiche che guidano il visitatore a comprendere in modo decisamente più chiaro i vari aspetti della civiltà faraonica: il faraone e gli uomini, la tomba e il suo corredo, la mummificazione, la religione e la magia, la scrittura e i mestieri, l’Egitto ed il Mediterraneo antico.
La particolarità di questa collezione consiste nel fatto che nessun reperto proviene direttamente dall’Egitto, ma per la maggior parte da donazioni di collezioni private per mano di nobili famiglie italiane, in un arco temporale che va dal 1803 al 1917. Alcuni oggetti derivati dalla collezione Farnese, altri dalla collezione della famiglia Borgia nel Settecento, e nell’Ottocento dalla famiglia veneta Picchianti. I restanti oggetti furono ritrovati nelle città di Pompei ed Ercolano durante gli scavi di età borbonica, quando ci fu una vera e propria brama per i reperti antichi, alimentata dalle recenti scoperte delle due città sommerse dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Le sei sezioni in cui si articola la raccolta Egizia, ospitano manufatti pregiati ed in ottimo stato di conservazione, come la bellissima collezione di Vasi Canopi, caratteristici contenitori con i coperchi a forma di teste raffiguranti i quattro figli del dio Horus; o quella di amuleti colorati e dalle forme più disparate, utilizzati durante la sepoltura per il loro forte simbolismo; ancora la collezione di uscebiti, caratteristiche statuette funerarie che raffiguravano il defunto e moltiplicate in vari esemplari per essere sepolte nei sarcofagi accanto al corpo.

unnamed-4La sezione più apprezzata e sicuramente più intrigante è quella della mummificazione, che accoglie ben quattro mummie di cui una di un bambino e una di una donna. Vi è una ulteriore curiosità legata ad una delle quattro mummie; quella appartenuta alla collezione Borgia, infatti, pare essere un falso storico. Sembra che gli studiosi abbiano scoperto che all’interno del sarcofago originale in legno e stucco dipinti, sia stata posta una mummia composta da frammenti umani provenienti dalla farmacia del Monastero di San Francesco di Paola e dalla farmacia della casa Santissima dell’Annunziata di Napoli. Questi frammenti furono composti dai restauratori del museo borbonico, agli inizi dell’Ottocento e integrati con della cartapesta, in particolare i piedi, il naso, gli occhi e le labbra. Anche il cartonnage – l’involucro esterno formato da tele stuccate e solidificate che avvolgeva la mummia bendata – sembra essere formato da varie parti differenti, risalenti però a periodi storici dell’antico Egitto.
Nella sezione successiva, la religione e la magia, è presente addirittura la mummia di un coccodrillo, con il bendaggio originario di tela e foglie di palma. I coccodrilli venivano venerati come la manifestazione del dio Sobek ed in alcuni templi venivano accuditi e adornati con gioielli fino ad essere sepolti in terra sacra.
Per quanto concerne l’allestimento curato dal Museo e dall’Università “L’Orientale” di Napoli, risulta molto moderno, secondo i canoni museografici e museologici di rito. Ad accogliere il visitatore all’ingresso di ogni sala c’è il titolo del tema ospitato in quel luogo secondo la suddivisione sopra descritta delle sei sezioni tematiche. Ampi pannelli esplicativi sono posizionati sulle pareti di ogni singola sala, utilizzati per integrare notizie di carattere storico sull’ età delle dinastie faraoniche. Non mancano le targhette collocate sotto ogni reperto esposto e accanto ad ogni vetrina espositiva, con il titolo e la datazione di ogni ritrovamento. L’ambiente delle sale, climatizzato, è mantenuto ad una temperatura costante, appositamente studiata per permettere il migliore stato conservativo di tutto il materiale in mostra, che in alcuni casi – come le mummie e alcune statuine in legno – è di origine vegetale, quindi di più facile deperimento ed estremamente delicato.

unnamed-9L’intera sezione Egizia, da poco ridonata alla città, sta già attirando un gremito numero di visitatori dall’Italia e dall’Estero. Numerose attività sono state attivate a questo proposito, ci piace sottolinearne due in particolare: un laboratorio per famiglie dal titolo “Un gioco da Museo. Egitto” aperto ogni domenica mattina dalle ore 11.20 previa prenotazione al costo di 5 euro a partecipante; la seconda iniziativa è una visita a tema dal titolo “In Egitto…al MANN”, ogni domenica in due turni alle 11 e alle 12:30 previa prenotazione al numero 848 800 288, sempre al costo di 5 euro.
L’importanza storica di un nucleo così ampio e antico, contribuisce alla ricchezza culturale del nostro Paese.

Visitabile tutti i giorni, pagando il prezzo del biglietto del Museo Archeologico al costo di 12 euro.

 

Damiano Gedressi