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Napoli, al Piccolo Bellini, applausi meritati per “La Fidanzata e Pandemico Vaudeville”

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foto di Roberta Fusco

foto di Roberta Fusco

Applausi meritatamente interminabili per la prima de “La Fidanzata/Pandemico Vaudeville”, lo spettacolo scritto e interpretato dagli allievi della Bellini Teatro Factory, in scena al Piccolo Bellini di Napoli dal 22 al 31 ottobre.

Con in scena Mario Ascione, Francesco Cafiero, Carlo Di Maro, Maria Fiore, Rita Lamberti, Marta Polidoro, Stefania Remino, Alessia Santalucia, Elvira Buonocore, Alessandra Cocorullo, Francesco Gentile, Maria Chiara Montella, Raffaele Piscitelli, Riccardo Radice, Giuseppe Romano, Gianluca Vesce, e con la regia di Elvira Buonocore, Maria Chiara Montella, Marta Polidoro e Francesco Saponaro, sul palcoscenico viene proposta la riscrittura, divisa in due atti, di due racconti dello scrittore e drammaturgo russo Anton Čechov, La fidanzata e Il sottufficiale Prišibeev.

 

Trasportati in un tempo lontano, La fidanzata lascia l’originale dimora russa, per contestualizzarsi su una collina del napoletano, dove in una casa di campagna, una cinica ma devota nonna mantiene casa e famiglia con la ricca produzione di arance del suo immenso giardino. È proprio l’anziana ad aprire la scena, all’interno delle mura domestiche dove sua nuora Nina si prepara ad accogliere il suo futuro genero Andrea con suo padre. Presto, difatti, la giovane Nadia convolerà a nozze con Andrea e gli ultimi preparativi del matrimonio, compreso l’acquisto di casa, sono in fase di svolgimento. Ma “Il giorno che tutte le ragazze aspettano”, appare qui più che mai essere una frase fatta, tanto che a poco dal fatidico giorno, Nadia inizia a realizzare di aver paura.

L’entusiasmo della famiglia e del dolce Andrea non servono a persuadere la giovane dal suo reale stato emotivo, fatto di ansie e paure, che le fanno sentire una tristezza fin dentro al corpo. La monotonia casalinga e il dover mettere su famiglia, iniziano ad opprimere Nadia a tal punto da far insinuare nella sua mente l’idea di un cambiamento radicale. Gli schietti dialoghi con Sasà, un parente che viaggia molto e ogni estate li raggiunge in campagna per alleviare un grave malanno fisico, le fanno prendere coscienza che “La vita è fuori e non ti aspetta se non la vai a prendere”.

In una grande interpretazione da parte degli allievi della Factory, La Fidanzata prende così i contorni di un dramma dove l’imprevedibilità della vita pare possa essere affrontata solo da una metamorfosi necessaria, che rischia di non assicurare le aspettative poste in partenza.

 

Cambiando completamente ambientazione, Pandemico Vaudeville si catapulta in un’ironica Napoli post pandemica. Tra l’utopia e l’ipotesi, viene immaginato un eroe bizzarro che non si arrende all’idea che la vita senza mascherina, igienizzante, distanziamento e norme, possa esistere. In una divertente, dinamica (e movimentata!) rappresentazione delle vicende del Signor Presberio, vengono messe in scena le paure represse di un uomo che, sentendosi in pericolo, obbliga se stesso e chi lo ama a restare fin troppo vigili e prudenti.

 

Divertente ma dando gran spazio alla riflessione, la Bellini Teatro Factory ha orgogliosamente onorato il palcoscenico del Piccolo Bellini, e continuerà a farlo fino al 31 ottobre. A seguito di una ricca ed emozionate interpretazione, con una sala già piena in occasione del suo debutto, “La Fidanzata/Pandemico Vaudeville” si guadagna i meritati applausi del suo pubblico per l’originale reinterpretazione cechoviana.

 

Roberta Fusco