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Si è tenuto ieri, 30 luglio 2022, al Parco Archeologico ambientale di Pausilypon, il penultimo appuntamento della rassegna di teatro e musica “Suggestioni all’imbrunire” giunta quest’anno alla sua tredicesima edizione.
La manifestazione, ideata e curata dal Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, e il patrocinio morale del Comune di Napoli, dal 2018 è diretta dall’attrice napoletana Serena Improta.
La serata di ieri, dedicata al teatro, si è svolta nel teatro Odeion del Parco del Pausilypon, il più piccolo dei due restaurati.
In programma La terra delle arance tristi di Ghassan Kanafani, interpretato dall’attore e mediatore culturale palestinese Omar Suleiman, con la regia di Patrizia Di Martino e la musica dal vivo di Pasquale Ruocco.
Ghassan Kanafani è stato uno scrittore, giornalista e attivista palestinese, particolarmente impegnato per la causa del suo popolo, ucciso a soli 36 anni, nel 1972, a seguito di un attentato terroristico attribuito ai servizi segreti israeliani, in cui perse la vita insieme a sua nipote.
La terra degli aranci tristi è il titolo di una raccolta di racconti brevi scritti nel 1962, dove l’autore rievoca il doloroso distacco dei palestinesi dalla loro terra natia e le vane speranze di farvi ritorno.
L’ulivo dietro il palco del teatro, sembra quasi far parte della scenografia, insieme ad un attaccapanni, un tappeto persiano e delle arance.
Siamo in Palestina, precisamente ad Acri. Di fronte a noi c’è un bambino, il piccolo Ghassan, che come ogni anno, in questo periodo, viene caricato su un autobus insieme ai fratelli e agli zii, i loro pochi averi, per andare al mare ad Haifa. Quell’anno però qualcosa è diverso, nonostante la giovane età percepisce agitazione, nervosismo e non capisce perché, dopotutto stanno andando al mare. Durante il viaggio però capisce che l’autobus non fa la strada di sempre, anzi sbaglia direzione, sta andando verso il Libano ed inizia ad avere paura. La mamma e la zia sono tristi, chiedono all’autista di fermarsi poco prima del confine, c’è un venditore ambulante di arance e vogliono comprarle. Dal finestrino Ghassan vede le due donne seguite dallo zio, un omone buono, scendere dall’autobus, annusare le arance della loro terra ed iniziare a piangere.
Non sentiranno mai più l’odore di quelle arance, perché non faranno più ritorno in quei territori. Da quel giorno tutto cambia: nessuno sarà più bambino, non potranno più giocare nelle strade come prima, non potranno tornare a casa, sono diventati profughi.
Paura, disperazione, impotenza, a tratti follia, sono queste le emozioni che, grazie alla struggente interpretazione di Omar Suleiman, arrivano allo spettatore. Il coinvolgimento emotivo della storia di Ghassan, che è la storia di Omar e di tanti altri palestinesi, è talmente forte che la scelta registica di far recitare alcuni pezzi prima in arabo e poi in italiano è vincente. Come quando lo zio di Ghassan crede per un attimo di poter tornare in Palestina, che l’esercito arabo li sia venuti a liberare, e allora la gioia e l’allegria si impossessano di lui ed inizia a saltare, correre per la casa, svegliare i bambini, esortarli a fare presto… non c’è bisogno di capire l’arabo o l’italiano perché la lingua della libertà è universale ed è comprensibile a chi è disposto ad ascoltarla.
Lo spettacolo si conclude con la messa in scena degli ultimi istanti di vita di Ghassan, intento ad accompagnare a scuola la sua nipote prediletta, dopo averle raccontato uno dei suoi racconti, mettere in moto l’auto e poi solo un gran boato.
Prendendo in prestito le stesse parole di Omar Sulemain nessuna guerra dall’inizio dell’umanità è giusta ed è utile, nessun popolo dovrebbe essere oppresso ed è indispensabile, oggi come cinquant’anni fa, tenere acceso un faro sulla questione palestinese. I palestinesi non chiedono soldi o armi, chiedono solo giustizia.
La rassegna si concluderà sabato prossimo 5 agosto con un incontro musicale Aria su Corde.
L’arpa di Stella Gifuni accompagnata dal suono della fisarmonica di Lugi Belati, in un duo dal nome evocativo che ci riporta alla differente produzione del suono dei due strumenti: l’aria che attraversa il mantice della fisarmonica e le corde dell’arpa, congiungendo il tocco della mano del musicista con quello della natura.
Paola Improda
info e biglietti : https://www.suggestioniallimbrunire.org/5-agosto-2022
Photo for courtesy of Pausilypon Suggestioni all’imbrunire