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Ntf 2019, “629 Uomini in gabbia”: paura e speranza di salvezza nello spettacolo di Mario Gelardi

“Domenica 10 giugno 2018, il Governo Italiano non ha concesso alla nave Aquarius della flotta della Ong Medici Senza Frontiere di fare ingresso in un porto italiano. A bordo si trovavano 629 migranti, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini, 7 donne incinte. In quel momento, 629 erano anche i deputati della Repubblica Italiana: una strana coincidenza numerica, tra uomini che decidono e uomini che non hanno alcun diritto, è alla base di questo progetto.”

Stasera, alle ore 21.00, presso il Cortile d’onore di Palazzo Reale, nell’ambito del Napoli Teatro Festival 2019,  ci sarà la seconda replica dello spettacolo “629 Uomini in gabbia” di Mario Gelardi, andato in scena in prima assoluta mercoledì 19 giugno, e ospitato ieri pomeriggio sulla nave Ong Open Arms,  attraccata, da qualche giorno al porto di Napoli, in occasione della “Giornata Mondiale del Rifugiato”.

Non ci sono posti a sedere, c’è una gabbia, del terriccio, la luce della luna e nulla più.
Il pubblico è invitato ad entrare nella gabbia, è costretto a stare in piedi o a sedersi per terra, è costretto cioè, per sole due ore,  a vivere il disagio, sicuramente il più marginale, che sono costretti a vivere per mesi i “richiedenti asilo” nei centri di prima accoglienza, subito dopo il salvataggio in mare e lo sbarco in un Paese sicuro.

Arianna Cozzi, Riccardo Ciccarelli, Chiarastella Sorrentino,  Ciro Burzo, Vincenzo Antonucci, Carlo Geltrude, Davide Mazzella, Simone Borrelli, Gennaro Maresca, Alessandro Palladino, Germana Di Marino, Chiara Vitiello, Mariano Coletti, Anna De Stefano, Enrico Pacini, Alessio Arena, sono i 16 bravissimi attori  della compagnia del Nuovo Teatro Sanità che hanno cercato – riuscendoci –  di catapultarci nella dimensione, a fasi alterne, del rifugiato e del vigilante.

Attraverso i loro racconti, si viene a conoscenza di storie forti, orribili, crudeli, ingiuste.
Nessuno avrebbe voluto lasciare il proprio Paese d’origine. Tutti stanno scappando da un pericolo troppo grande da sostenere. Il prezzo da pagare è sempre altissimo, le rinunce da fare sono innumerevoli e spesso indicibili.

Il rischio di cadere nel banale era dietro l’angolo, invece tutti i monologhi scritti da autori spagnoli, greci ed italiani, riescono ad eluderlo e a trasportarci veramente in quella gabbia dove paura, amarezza, disperazione ma anche speranza e salvezza, diventano  protagoniste e colpiscono ogni singolo spettatore, che, a questo punto, non lo è più: il pubblico è ‘ingabbiato’.

Non vogliamo entrare nei particolari dello spettacolo, perché non gli darebbe giustizia; possiamo però dire che i rimandi emotivi sono stati forti, fortissimi, per alcuni, insopportabili, tanto che diversi spettatori sono dovuti uscire dalla gabbia e restare a guardare da fuori lo spettacolo, come siamo abituati a fare ogni giorno nel nostro quotidiano.

DifferenteMente  è un giornale di approfondimento culturale, non tocca temi politici né di cronaca, ma di certo non teme di schierarsi dalla parte degli oppressi e di chi non ha diritto di replica, sicuramente sceglie di non tacere di fronte alle ingiustizie.
Noi Restiamo Umani e diciamo NO a tutto questo,  approfondendo, condividendo informazioni, cercando, per quel che ci è possibile, di raccontare che le cose non stanno proprio come ci dicono tutti i giorni i nostri governanti.

Noi vogliamo aprire quella gabbia. E voi? Da che parte volete stare?

Paola Improda