Napoli, al Sannazaro, successo per “Il viaggio di Nabil”

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foto di Ersilia Marano

Dal 28 al 30 marzo 2025, il Teatro Sannazaro di Napoli ha accolto con grande successo lo spettacolo teatrale Il viaggio di Nabil, tratto dal suggestivo romanzo omonimo di Daniele Virgilito, adattato per la scena da Fabio Pisano e diretto con profonda sensibilità da Stefano Amatucci.

La messa in scena, caratterizzata da una scenografia essenziale ma altamente evocativa, ruota intorno a una piattaforma di legno inclinata posta al centro del palco. Questo unico elemento scenografico si trasforma continuamente, passando dal rappresentare il ponte di un’imbarcazione che attraversa pericolosamente il Mediterraneo, alle dune desertiche, fino a diventare il simbolo stesso delle onde minacciose del mare che separano tanti migranti dalle coste della salvezza. È su quella tavola instabile che prende forma la follia: la follia d’amore, la follia di speranza, la follia di chi non ha altra scelta. Perché, a volte, l’unica strada è quella di partire.

Protagonista della storia è Nabil, interpretato con straordinaria intensità da Lorenzo Sarcinelli, un giovane egiziano che decide di affrontare un lungo e pericoloso viaggio da Alessandria verso l’Italia, nella speranza di ritrovare la sua amata Yara. Il viaggio di Nabil è una metafora potente e moderna dell’Odissea, dove il protagonista affronta pericoli estremi, sia umani che naturali, in un percorso che mette a dura prova il suo coraggio e la sua determinazione.

Antonio Ciorfito, nei panni del Mare, dona alla rappresentazione una nota particolarmente suggestiva e inquietante. Il suo personaggio, oscuro e affascinante al tempo stesso, evoca con gestualità fluide e carismatiche figure mitologiche e letterarie, riflettendo il fascino ambiguo e pericoloso che il mare ha sempre esercitato sui viaggiatori. La sua voce, profonda e avvolgente, attraversa la sala con un monito che resta inciso nella memoria dello spettatore: “Aprite orecchie e cuore, io sono il Mare.”

Insieme a Sarcinelli e Ciorfito, completano il cast gli intensi Gianluca Pugliese e Vladimir Randazzo, che si alternano abilmente nei molteplici ruoli incontrati lungo il viaggio: il giovane Alif che sogna un futuro nel calcio europeo, l’anziana Semira in cerca del figlio scomparso, la struggente figura di Lusamba che affronta un parto in mare, Mingo e Bashir in fuga da violenza e miseria. Ogni personaggio aggiunge un frammento di verità al mosaico umano che lo spettacolo costruisce con delicatezza e potenza.

Le musiche originali di Vito Ranucci avvolgono la scena con suggestioni emotive fortissime: ritmi mediterranei, suoni arcaici e contemporanei si fondono in un accompagnamento sonoro che amplifica le emozioni e guida lo spettatore lungo la traversata, come una bussola invisibile tra le onde e le parole.

La forza di questo spettacolo risiede anche nella qualità poetica e drammatica del testo, che con i suoi endecasillabi e versi profondi porta lo spettatore a riflettere sul dramma dell’immigrazione e sull’umanità profonda e spesso nascosta che emerge in situazioni di estrema sofferenza e coraggio.

Con la sua regia, Stefano Amatucci ha saputo valorizzare al meglio la drammaturgia originale di Fabio Pisano, creando uno spettacolo dinamico e intenso dove pochi attori, cambiando continuamente ruolo, riescono a incarnare perfettamente la complessità e la varietà delle esperienze vissute dai migranti. Centrale, e quasi poetica, è la visione del mare come elemento che detiene nelle sue mani il destino dei protagonisti: una presenza che accoglie, che cancella le paure e che al tempo stesso prepara a nuove sfide e battaglie esistenziali.

Il viaggio di Nabil risulta dunque una rappresentazione teatrale profonda e significativa, capace di scuotere le coscienze e di ricordare, con drammaticità e poesia, la necessità di una riflessione autentica sulla condizione dei migranti e sul senso profondo della solidarietà umana. E su quella tavola inclinata, sospesa tra realtà e sogno, tra vita e morte, si rinnova ogni sera il coraggio di chi sceglie di imbarcarsi in questa follia, in questa folle, disperata, meravigliosa follia d’amore e di speranza.

Ersilia Marano

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