Napoli, al PAN, in mostra “Io Dalì”, le opere e la vita quotidiana del Genio catalano

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“Ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo specchio provo sempre lo stesso ed immenso piacere: quello di essere Salvador Dalì”

A Palazzo delle Arti di Napoli, in via dei Mille 60, dal 1° marzo al 10 giugno 2018, si può visitare la mostra “Io Dalì”, curata da Laura Bartolomé Lucia Moni per la Fundació Gala-Salvador Dalì, da Francesca Villanti, direttore scientifico di C.O.R., con la consulenza scientifica di Montse Aguer, direttrice dei Musei Dalì.

L’esposizione attraverso dipinti, disegni, video, fotografie e riviste, permette al visitatore di riscoprire le modalità con cui il Genio Dalì è stato capace di creare il proprio mito divenuto immortale, rendendo ogni momento e gesto un’opera d’arte. Ogni percorso della mostra rivela Dalì, anche attraverso aspetti meno conosciuti della sua vita, indiscusso artista poliedrico.

Tra le opere che variano tra gli anni “20 e “40, la mostra ha esposto l’Autoritratto con il collo di Raffaello (1921) e diversi disegni che l’artista catalano ha utilizzato per la sua autobiografia Vita segreta, pubblicata nel 1942. Immancabile e predominante si rivela la figura di Gala, compagna e suo punto di riferimento per tutta la vita. A Gala è dedicata la rappresentazione Dalì di spalle che dipinge Gala di spalle, resa eterna da sei cornee virtuali provvisoriamente riflessa in sei specchi veri (1972-1973), opera che rientra nei suoi dipinti stereoscopici, in cui, ispirandosi anche a pittori come Velasquez, Dalì emula i vecchi visori della fotografia stereoscopica, offrendo allo spettatore  l’illusione della tridimensionalità dello spazio pittorico.

Dalì non era solo un pittore, i suoi interessi spaziavano dalla filosofia, alla religione – tormentata è la sua ricerca di Dio e del Sacro –, alla scienza, soprattutto nei confronti della fisica quantistica di Heisenberg.

La sua eccentricità e l’eclettismo, si pensi che l’artista catalano diventò il riferimento naturale di artisti del calibro di Andy Warhol, vengono testimoniati anche dalle copertine delle riviste, tra cui il Time del 1936, e dalle partecipazioni come ospite a un concorso televisivo americano molto popolare, il What’s My Line?, trasmesso nel 1957 dalla CBS.

Nel percorso sono presenti anche le straordinarie fotografie di Philippe Halsman che hanno come soggetto i suoi famosissimi baffi. In altri scatti, invece, Dalì è impegnato in momenti della sua vita quotidiana, ma si tratta sempre di una quotidianità che Lui rende straordinaria in tutte le sue dimensioni.

Nonostante la distanza temporale Dalì è un’artista sempre attuale: il Genio, le opere, il Teatro-Museo lo rendono l’artista e l’uomo che ha saputo rinnovare il pensiero di un’epoca, andando con le sue opere oltre i limiti consci e inconsci dell’animo umano.  L’insegnamento fondamentale di Dalì è il seguente: tutto è continua creazione artistica.

E Napoli non può che essere felice di ospitare tale esposizione!

Mariarosaria Russo.

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