Marotta&Cafiero editore pubblica “La città estrema” di Mario Mendoza

È in uscita la pubblicazione di un nuovo libro che sancisce l’inizio di un ponte tra Scampia e la Colombia. Il libro proposto dalla casa editrice Marotta&Cafiero è LA CITTÀ ESTREMA di Mario Mendoza.

Cinque ragazzi negli abissi di Bogotà. Cinque personaggi con cui nessuno vuole scherzare. Cinque vite urbane, cinque zombi, cinque uomini abbandonati alla loro follia e disperazione. Un cocktail esplosivo di bohémien latini e letteratura. Mario Mendoza ci offre un lasciapassare per le zone proibite di Bogotà, con il suo stile corrosivo e bellicoso ci spinge nelle viscere della “città estrema”.
Preparatevi a un viaggio negli abissi colombiani, lasciatevi trasportare dalla scrittura furiosa di Mendoza. Affrettatevi a leggere un nuovo genere letterario definito da molti “realismo sporco”, immergetevi nella letteratura barbara di Mario Mendoza Zambrano.

“Si rimpiange qualsiasi cosa,
tranne il non essere stato un codardo.”

Mario Mendoza Zambrano è nato nel 1964 a Bogotà, in Colombia. Ha studiato al Colegio Refous e alla Pontificia Universidad Javeriana di Bogotá, dove ha conseguito un Master in Letteratura Latinoamericana. Successivamente è stato professore di letteratura presso la stessa università in cui ha studiato. Andò a Toledo per frequentare corsi di letteratura ispanoamericana, e andò anche in Israele dove visse a Hof Ashkelon. Fu dopo questo viaggio, al ritorno a casa, che il suo lavoro iniziò ad essere pubblicato su riviste e giornali colombiani. Durante l’autunno del 1997, ha lavorato alla James Madison University in Virginia, USA.

Dopo la laurea nel 1980, Mendoza ha iniziato la sua carriera letteraria combinando la scrittura con l’insegnamento e collaborando con vari mezzi di stampa culturali, come Journal Bacánika e El Tiempo Newspaper. Ha insegnato letteratura per oltre dieci anni.

Grazie al suo romanzo Satanás, Mendoza ha vinto il Seix Barral Premio Biblioteca Breve nel 2002. Oggi è uno dei più famosi scrittori latinoamericani.

Fonte Wikipedia