“Non tutti i mali vengono per nuocere”, ovvero la DAD per gli studenti che non possono frequentare

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“Lui sta bene dal lunedì pomeriggio al mercoledì pomeriggio, i momenti in cui frequenta la DAD”, frase ripetuta più volte da Tonia, la madre di Gabriele, durante l’incontro che ho avuto con lei per parlare non solo di suo figlio, ma anche dell’importanza della didattica a distanza.

Per chi non ha a che fare col mondo della scuola il termine DAD potrebbe non dire nulla, anche se negli ultimi anni è diventato familiare ovunque.

Si tratta di una particolare forma di didattica nata, gioco-forza, durante la pandemia, al fine di non privare gli alunni dello studio nel lungo periodo di chiusura forzata.

E “Non tutti i mali vengono per nuocere”. Si scoprì, infatti, in quell’occasione una preziosa risorsa per la scuola, per gli alunni e per i docenti.

Non fu semplice, da un giorno all’altro le scuole dovettero far fronte e con urgenza ad una nuova realtà, legata al mondo dell’informatica e non tutti, dal personale della scuola agli alunni e alle loro famiglie, erano preparati ad intraprendere il percorso informatico della didattica a distanza e ad acquisire strumenti e conoscenze in merito.

L’I.C. Nevio di Napoli, all’epoca diretto dalla prof. Maria Loreta Chieffo, preside illuminata e illuminante a cui si deve il merito di essersi subito attivata, organizzando un efficace lavoro di squadra, in men che non si dica garantì computer, fornendoli anche di persona a coloro che non potevano permetterseli, lezioni a distanza, connessione veloce, piattaforme ad hoc per garantire le lezioni agli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria e della superiore di primo grado. La formazione fu salva e gli alunni con regolarità seguivano le lezioni, socializzavano, svolgevano tutte le attività, le unità didattiche i compiti di realtà, acquisendo anche tecniche informatiche e applicazioni pedagogiche che contribuivano ad allargare gli orizzonti culturali e ad ampliare i punti di vista.

Detto ciò, perché ho iniziato a parlare di Gabriele e dell’affermazione di Tonia?

Gabriele è uno splendido bambino di undici anni che frequenta la prima media presso l’I.C. Nevio. Purtroppo da un giorno all’altro gli è cascato il mondo addosso con un fulmine a ciel sereno che non solo ha colpito lui, ma anche tutti coloro che gli sono accanto, dalla famiglia alla scuola. A causa della leucemia è costretto a intraprendere un lungo e doloroso percorso che non gli consentirà a lungo di frequentare la scuola in presenza: una condizione terribile per un ragazzo che vuole imparare, condividere progetti e amicizia con i suoi compagni, ricevere consensi da parte dei suoi docenti e desidera intraprendere studi che gli consentano di realizzare il sogno di diventare pediatra. Ebbene, compatibilmente con gli impegni terapeutici, potrà continuare a farlo.

Nell’I.C. Nevio, attualmente diretto dal prof. Giovanni Del Villano anche lui aperto verso tutte le opportunità per il bene della scuola e dei suoi alunni, grazie all’ausilio della collaudata ed efficiente DAD, organizzata fin dai tempi della pandemia dall’animatore digitale prof. Michelangelo De Luca, che, al di là del suo ruolo istituzionale, si è sempre dedicato con abnegazione e con intenso spirito di altruismo, la DAD fin dai primi giorni non ha fatto mancare la sua presenza a Gabriele.

Il ragazzo aspetta il momento del collegamento con gioia e segue con attenzione le lezioni, svolge i compiti, vede i suoi compagni e i suoi docenti. Sicuramente si è creata nella classe una grande partecipazione e il contatto con i compagni si è intensificato al punto che grazie ai mezzi informatici si collega con loro anche nelle ore non scolastiche per effettuare giochi didattici, svolgere consegne di gruppo o semplicemente per chiacchierare di sport, musica o di tutti quegli argomenti che interessano i preadolescenti.

La DAD costituisce per lui, che in questo momento agli occhi dei suoi compagni e dei suoi docenti è un “super eroe”, non solo uno strumento didattico, ma una speranza, un punto di riferimento che elimina l’isolamento, lo rende parte attiva delle quotidiane attività scolastiche, stimola i suoi interessi e soprattutto gli fornisce quella forza psicologica che gli consente di superare gli ostacoli e vincere la battaglia intrapresa.

Non in tutte le scuole si mette in atto la Didattica a distanza. Probabilmente anche perché durante la pandemia non è stata compresa pienamente la sua importanza e la possibilità di applicazione in diversi ambiti. È diventata solo un ricordo del periodo peggiore della pandemia e accantonata.

Nell’I.C. Nevio si è subito capita la sua importanza ed è stata sempre attivata in modo proficuo. Ora L’Istituto napoletano potrebbe essere un faro per gli altri, una scuola pilota. Il suo esempio potrebbe essere seguito affinché quanti più bambini di qualsiasi età non siano privati del diritto allo studio durante lunghe degenze in ospedale o assenze forzate.

La Dad è dunque importante e, senza sostituirsi alla frequenza in presenza, può diventare un valido strumento che affianca la scuola nell’espletamento della sua funzione formativa favorendo altresì: socializzazione, inclusione, formazione, cultura, possibilità di estendere i tempi relazionali con i compagni al di fuori dell’orario scolastico.

Daniela Vellani

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