Caserta, al Belvedere di San Leucio, la prima Biennale di Arte Contemporanea

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foto Giuseppe Panza

Il primo ottobre è stata presentata al Belvedere di San Leucio la prima Biennale di Arte Contemporanea, un progetto ambizioso tra il complesso monumentale di San Leucio di Caserta  e il Quartiere Militare Borbonico di Casagiove, organizzato da WebClub in collaborazione con le due città ospitanti. Terra Madre è il tema della mostra, la promozione del territorio, delle forme artistiche e delle svariate eccellenze territoriali,  sono gli obiettivi principali. La centralità del maestoso complesso borbonico del Belvedere di San Leucio non è unicamente per la spettacolare cornice che ne ricava l’evento, altresì sottende l’intenzione di rilanciare il sito nei circuiti turistici.

Circa centosessanta gli artisti che espongono e tredici i premi in concorso, le sale resteranno aperte al pubblico fino al 21 ottobre quando, con la cerimonia di chiusura dell’evento, saranno consegnati i premi ai vincitori e presentate le opere che resteranno in esposizione permanente, donate al Museo di Arte Contemporanea di Caserta.

Nella conferenza, che ha anticipato il taglio del nastro di apertura, si sono in primis avvicendati il direttore artistico, Gianpaolo Coronas, ed Enzo Battara, curatore delle sezioni “Tributo a Mark Kostabi” e “Campania Semper Felix” e,  a vari livelli, hanno delineato le difficoltà incontrate per realizzare un progetto che parte da un sogno, come afferma Battara, e dopo diverse traversìe riesce a trovare un suo spazio di realizzazione, anche a scapito di sacrifici personali da parte di coloro che ne hanno sposato la realizzazione. Pochi gli aiuti da parte delle istituzioni, comunque ringraziate per aver messo a disposizione le belle sedi, spetta invece all’opera dell’associazione privata WebClub l’organizzazione dell’evento. Domenico Luise, Francesco Assunto e Gianluigi De Vita rappresentano questa società, parallelamente alla mostra illustrano una piattaforma che sarà disponibile nei giorni prossimi, dove l’arte e il digitale collaboreranno in maniera interattiva: tutti potranno vedere le opere esposte e darne un giudizio selezionandole rispetto all’esperienza vissuta in mostra, dare un giudizio critico, illustrare le emozioni. Viviana Passeretti, curatrice della sezione “Passione del Colore”,  nel suo intervento ricerca e trova nella definizione di Terra Madre il tutto, noi stressi o un colore, e invita i presenti al finissage del 21 ottobre, quando sarà presentato “Piccola Gemma”, il catalogo, che sarà anche inviato ai più rappresentativi enti artistici e Culturali presenti nel territorio Nazionale, come testimonianza di questa realtà nata con poco. “Tre mesi di lavoro intenso” afferma Enzo Battara, “chissà cosa sarà un’edizione, magari la prossima, allestita con maggior preparazione e con il sostegno del MiBAC”. La parola passa alle istituzioni, dall’assessore alla Cultura Daniela Borrelli al Sindaco di Caserta, Carlo Marino, il quale si dice sorpreso del tanto entusiasmo osservato intorno all’iniziativa, testimonianza che si può fondare il futuro sulla bellezza, sull’arte,  e non nasconde l’ambizione di fare dei Beni Culturali presenti sulla nostra terra una valida filiera su cui costruire lo sviluppo del territorio.  Chiude gli interventi il sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali Antimo Cesaro che, ironizzando su una polemica scoppiata in sala ad opera di un’artista che lamentava eccessive lungaggini all’apertura della mostra, ha invitato gli artisti a mostrare il dissenso, tipico dell’arte contemporanea, magari non invitando le istituzioni al finissage, perché colpevoli degli scarsi finanziamenti all’arte.

Il piazzale dell’antico setificio ormai è gremito di gente, la mostra apre le sue porte al pubblico rivelando le sette sezioni, dalla prima, dedicata al versatile artista statunitense  Mark Kostabi, a cui sarà dato premio Belvedere, massimo riconoscimento della Biennale, passando per quella in omaggio a Bernard Aubertin, seguita da Campania Felix con gli artisti campani e la mostra fotografica Identità, al piano superiore, sul quale troviamo anche Passione Colore. L’ultima sala ospita le sezioni  International Exibition con gli artisti stranieri e quelli nazionali in Italian Projet.

La musica invade la varie sale, le opere sono numerose e rivelano linguaggi differenti che si incontrano sotto un unico tema, in una grande festa dell’arte e della cultura, protagoniste ritornano nel sito che fu detto anche Ferdinandopoli, città ideale, sogno e utopia di una società perfetta. La dolcezza del clima autunnale rivela il bel panorama serale  da cui prende il nome il “belvedere”, da lontano splendono le luci della città di Caserta, la sua magnifica Reggia, un sogno nel sogno che non pare poi così ambizioso, né così lontano, visto da qui.

Per info www.biennalebelvedere.it

Lucia Dello Iacovo

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