NTFI: proseguono gli appuntamenti con il Teatro

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downloadProseguono gli incontri dedicati del Napoli Teatro Festival Italia, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival e diretto da Franco Dragone. Mercoledì 29 giugno, alle ore 11.45, a Villa Pignatelli (alla Riviera di Chiaia a Napoli), in conferenza stampa con Luigi Grispello, Presidente Fondazione Campania dei Festival, e Antonio Audino, Consulente Direttore Artistico NTFI, ci saranno  il regista Daniele Salvo, il danzatore, scenografo e acrobata James Thierrée e il coreografo Reggie (Regg Roc) Gray, per presentare i lavori prossimamente in scena a Napoli. Ad essi si aggiungono i componenti il cast dei diversi spettacoli.

IL FUNAMBOLO di Jean Genet, nella traduzione di Giorgio Pinotti, messo in scena da DANIELE SALVO con Andrea Giordana, Giuseppe Zeno, Melania Giglio e l’acrobata Valentin (30 giugno, 1 e 2 luglio – Teatro Sannazaro). In scena uno dei testi più discussi del grande scrittore francese che, nel 1956, conobbe un giovane artista di circo, Abdallah Bentaga. Lo scrittore si legò a lui e lo seguì nel suo peregrinare per l’Europa. Nel tempo e con la sua insistenza, Genet convincerà Abdallah, giocoliere e acrobata al suolo, a salire sul filo da funambolo. Dopo un estenuante allenamento, il giovane salì sul filo, cadde, vi risalì ancora, cadde nuovamente e fu la fine della sua carriera. Nel febbraio del 1964 Abdallah si uccise. Sette anni prima Genet aveva scritto per lui e su di lui un piccolo poema in prosa, Il funambolo.

JAMES THIERRÉE, danzatore, scenografo, acrobata, presenta LA GRENOUILLE AVAIT RAISON (1 e 2 luglio – Teatro Bellini), un racconto brillante e leggero sul mondo dell’infanzia. Una fiaba, allo stesso tempo realistica e grottesca, per rivivere i più segreti sogni e incubi infantili. Thierrée, in scena con Valérie Doucet (contorsionista ed equilibrista), Dominie Hooper (cantante), Yann Nedelec e Thi Mai Nguyen (danzatrici), prosegue la sua singolare avventura in un mondo fantastico che oscilla tra il circo, la danza e il teatro.

FLEXN è una creazione collettiva di REGGIE (REGG ROC) GRAY e Peter Sellars realizzata con la Flex community di New York (2 e 3 Luglio – Teatro Augusteo). La danza flex è un particolare genere di movimento e espressione del corpo che, dal 2015, dilaga in America. I danzatori, attraverso un linguaggio del corpo innovativo, esprimono temi di disagio sociale, collegati alla cultura del movimento dei sobborghi neri. A Napoli, per proporre questo nuovo modo di interpretare la danza, il coreografo americano Reggie (Regg Roc) Gray e una compagine di 21 ballerini, i flex dancers. Lo spettacolo si avvale dello sguardo visionario del regista Peter Sellars.

Tra i prossimi appuntamenti segnaliamo:

CLAUDIO SANTAMARIA  protagonista de UNA FAVOLA DI CAMPANIA, in scena per il Napoli Teatro Festival Italia, insieme all’Orchestrina Musica da Ripostiglio, a Villa Pignatelli (ore 19, anche giovedì 30 stesso orario). Per il progetto di Marco Balsamo, diretto da Fabrizio Arcuri, leggerà dalle “fiabe campane” i racconti  Bernardino della Francia, Il Leone d’oro, La Donna e il Diavolo. Un figlio “scapricciatiello” che trova la lanterna magica; un Re che escogita un piano per diminuire la popolazione del proprio paese; un uomo  talmente povero da vendere l’anima al diavolo.  Personaggi stravaganti, protagonisti di queste avventure narrate da Claudio Santamaria, straordinario interprete di Lo chiamavano Jeeg Robot e attore tra i più amati del nostro cinema.

In prima assoluta al festival  LA CASA DI BERNARDA ALBA, ultima opera di Federico Garcia Lorca nella proposta della compagnia f.pl – femminile plurale. Frutto di una residenza teatrale realizzata nel piccolo centro dell’Irpinia, devastato dal tragico terremoto del 1980,  lo spettacolo va in scena nell’Anfiteatro del Centro Storico (ore 20, anche giovedì 30 stesso orario) ad 80 anni esatti dalla scomparsa del grande poeta e scrittore – il 29 giugno del 1936. Il testo, in cui i personaggi sono tutte donne, è un raro esempio di sensibilità e poesia nel raccontare il mondo femminile. Il suo dare voce alle ingiustizie, la sua denuncia di una mentalità antica, inadeguata, “borghese”, l’attenzione al teatro popolare lo rendono attuale, anche a ottant’anni anni di distanza dalla sua scrittura e dalla morte tragica del suo autore. Nell’allestimento, per la regia di Alessandra Asuni e Marina Rippa, in scena le nove attrici Consiglia Aprovidolo, Maria Grazia Bisurgi, Valentina Carbonara, Mafalda De Risi, Fortuna Liguori, Annamaria Palomba,  Tonia Persico, Ilaria Scarano, Marilia Testa.

LES AIGUILLES ET L’OPIUM, drammaturgia e regia di Robert Lepage, con Marc Labreche e Wellesley Robertson III è in scena al Teatro Politeama (il 29 giugno alle ore 21 ed il 30 giugno alle ore 19). Una notte del 1949, sull’aereo che lo sta riportando in Francia, Jean Cocteau scrive Lettera agli americani in cui si mescolano fascinazione e disincanto: ha appena scoperto New York, dove ha presentato il suo ultimo lungometraggio. Nello stesso periodo, Miles Davis visita Parigi per la prima volta, portando in valigia il bebop.  In uno spettacolo che è sì teatrale ma che contiene elementi di illusionismo, Robert Lepage rivisita Les Aiguilles et l’opium a vent’anni dal suo storico debutto. Ne emerge una creazione dagli effetti ipnotici, un viaggio nella notte che passa dalle tenebre per arrivare alla luce.

IL VECCHIO FANGO (dalle ore 21, con ingressi ogni 20 minuti fino alle 23.40 – repliche, tranne venerdì 8,  fino al 14 luglio), è il progetto site – specific per il  Museo Diocesano – Donnaregina Vecchia  proposto dal Teatro Dei Sensi Rosa Pristina per la regia di Susanna Poole che torna al Napoli Teatro Festival Italia con un nuovo labirinto sensoriale.  Spettacolo per viaggiatori singoli, condurrà lo spettatore alla scoperta di un misterioso piccolo villaggio, “abitato” da Lidia Arias, Rosaria Bisceglia, Sofia Campanile, Roberta Di Domenico De Caro, Davide Giacobbe, Nelson Jara Torres, Eleonora Longobardi, Salvatore Margiotta, Carlo Melito, Gabriele Poole, Susanna Poole, Cinzia Romanucci. “Il Vecchio Fango è un lavoro su un’unità minima di vita comunitaria, un minuscolo villaggio immerso nella natura che potrebbe felicemente rappresentare un’immagine idilliaca. Ma l’altra faccia della medaglia è l’isolamento dei suoi abitanti che può far emergere i tratti più gretti, ruvidi e misteriosi dell’umano. C’è un’oscurità che lo sguardo del visitatore riesce appena a cogliere”.

MAR è una creazione collettiva del Teatro de Los Andes e Aristides Vargas che firma anche il testo e la regia dello spettacolo (29 e 30 giugno, ore 23, Teatro Nuovo). Storico gruppo boliviano di teatro di ricerca fondato da César Brie e Giampaolo Nalli nel 1991, il Teatro de los Andes, ha sempre condotto ricerche sulla memoria andina, ricollegandosi ai miti del luogo. Al Festival presenta Mar, uno spettacolo costruito come un’allegoria poetica sul senso della perdita e sul mare come metafora di un orizzonte ampio e sconosciuto. La storia di tre fratelli che si mettono in viaggio per esaudire l’ultimo desiderio della madre: poter morire tra le onde del mare, dove non è mai stata. Con Lucas Achirico, Gonzalo Callejas, Alice Guimaraes; dopo le repliche a Napoli, il Teatro de Los Andes è impegnato in una residenza teatrale a Santa Croce del Sannio (BN), dal 4 al 15 luglio.

Ancora in scena PECCATO CHE FOSSE PUTTANA di John Ford, nella traduzione di Nadia Fusini, adattamento e regia di Laura Angiulli (ore 19, Galleria Toledo); con Federica Aiello, Agostino Chiummariello, Michele Danubio, Gianluca D’Agostino, Alessandra D’Elia, Gennaro Di Colandrea, Stefano Jotti, Vittorio Passaro, Francesco Ruotolo, Maria Scognamiglio, Antonio Speranza, e con la partecipazione straordinaria di Cloris Brosca.

MARE MATER, l’esemplare storia della Nave Asilo Caracciolo e della signora Giulia Civita Franceschi, uno spettacolo di Fabio Cocifoglia e Alfonso Postiglione, collaborazione alla drammaturgia di Antonio Marfella, con Manuela Mandracchia, Graziano Piazza, Giampiero Schiano, Luca Iervolino, Niko Mucci e la Banda Musicale dei Bambini di Canta Suona Cammina (ore 21, fino al 2 luglio, Real Bacino di Raddobbo – Base Marina Militare, Molosiglio).

 

BIGLIETTERIE – INFOPOINT:
Teatro Mercadante
 Piazza Municipio Tel. 3442881266
Villa Pignatelli Riviera di Chiaia, 200 Tel. 3441457016
Dal lunedì al sabato: 10.00 – 18.00 domenica: 10.00 – 14.00
mail: promozione@napoliteatrofestival.it   www.napoliteatrofestival.it

 

CALENDARIO

Mercoledì 29 giugno 2016

  1. 19.00 Galleria Toledo Peccato Che Fosse Puttana

Regia: Laura Angiulli   \ ITALIA Durata: 1h 20 min – Teatro (replica)

 

  1. 19.00 Villa Pignatelli Letture | Una favola di Campania

Interprete: Claudio Santamaria   \ ITALIA Durata 1 h  PRIMA

 

  1. 20.00 Anfiteatro – Sant’Angelo dei Lombardi (Av) La casa di Bernarda Alba

Regia: Alessandra Asuni – Marina Rippa \ ITALIA

Durata: 1h 20 min – Teatro Site – specific   PRIMA ASSOLUTA

 

  1. 21.00 Teatro Politeama Les Auguilles et l’Opium

Regia: Robert Lepage  \ CANADA –  Durata: 1h 35 min – Teatro con immagini.  PRIMA

 

  1. 21.00 Real Bacino di Raddobbo – Base Marina Militare, Molosiglio Mare Mater

uno spettacolo di Fabio Cocifoglia e Alfonso Postiglione   \ ITALIA

Durata: 1h 20 min – Teatro (replica)

 

  1. 21.00 Museo Diocesano/ Donnaregina Vecchia Il Vecchio Fango

Regia: Susanna Poole per Rosa Pristina Teatro  \ ITALIA

Durata: 45 min – Teatro sensoriale/Site – specific   PRIMA ASSOLUTA

 

  1. 23.00 Teatro Nuovo Mar

Regia: Teatro de los Andes \ BOLIVIA

Durata: 1h 20 min – Teatro.  PRIMA NAZIONALE

 

 

 

SCHEDE SPETTACOLI

29 e 30 giugno 2016 ore 19:00,  NAPOLI (Villa Pignatelli)

CICLO DI LETTURE_ UNA FAVOLA DI CAMPANIA  

un  progetto di Marco Balsamo | Regia Fabrizio Arcuri

produzione Nuovo Teatro srl

 

CLAUDIO SANTAMARIA

musica dal vivo : l’orchestrina Musica da Ripostiglio

Luca Pirozzi (chitarra e voce)   Luca Giacomelli (chitarre) Raffaele Toninelli (contrabbasso)   Emanuele Pellegrini(batteria & percussioni)

FIABE CAMPANE, letture di BERNARDINO DELLA FRANCIA, IL LEONE D’ORO, LA DONNA E IL DIAVOLO

Un figlio “scapricciatiello” che trova la lanterna magica; un Re che escogita un piano per diminuire la popolazione del proprio paese; un uomo  talmente povero da vendere l’anima al diavolo.  Personaggi stravaganti, protagonisti di queste avventure raccontate da Claudio Santamaria, straordinario interprete di Lo chiamavano Jeeg Robot e volto tra i più amati del nostro cinema.

 

Una Favola di Campania”, ciclo di letture dedicato a  fiabe, miti, leggende e cronache della Campania, ideato per il Napoli Teatro Festival Italia da Marco Balsamo, per la regia di Fabrizio Arcuri. Dopo l’inizio con Vincenzo Salemme alla Villa Rufolo di Ravello, Umberto Orsini a Villa Pignatelli di Napoli, Giuliana De Sio al Verdi di Salerno, il ciclo prosegue con Claudio Santamaria a Villa Pignatelli di Napoli (ore 19, replica anche il 30 stesso orario).

“Il progetto Una favola di Campania – così Fabrizio Arcuri –  nasce dalla volontà di creare, nei molteplici appuntamenti variamente proposti in tante località della regione, una piccola geografia emotiva che permette, a chi volesse seguire questo piccolo tour, di scoprire o riscoprire luoghi ameni ricchi di storia, cultura e tradizione. Ma soprattutto di conoscere alcune vicende che nel corso dei secoli hanno intimamente costruito l’identità’ campana. Abbiamo infatti scelto come tessuto connettivo  per queste serate “il Decamerone campano” raccolto da alcuni studiosi, dove sono trascritte 99 storie tra fiabe, leggende, favole e racconti orali che costituiscono un preziosissimo bagaglio narrativo utile a conoscere tutto il sostrato simbolico degli usi costumi e tradizioni della cultura campana”. Una lunga teoria di artisti coinvolti per questo progetto che prosegue nei prossimi appuntamenti con Alessandro Haber (1 luglio, al Porto di Scario), Giancarlo Giannini  (il 2 e 3 luglio  alla Sala Pasolini di  Salerno), Isabella Ferrari (il 6 e 7 luglio,  al Museo Madre di Napoli), Isa Danieli (l’8 luglio al Porto di Acciaroli), Giuseppe Battiston (il 9 luglio al Castello dell’Abate di Castellabate) e Leo Gullotta (il 13 e 14 luglio al Museo Madre di Napoli).

 

 

SCHEDE SPETTACOLI

29, 30 Giugno – ore  20 –  Anfiteatro Centro Storico – Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino)

LA CASA DI BERNARDA ALBA

da Federico Garcia Lorca

messinscena: Alessandra Asuni e Marina Rippa

storyteller: Alessandro Toppi

con: Consiglia Aprovidolo, Maria Grazia Bisurgi, Valentina Carbonara, Mafalda De Risi, Fortuna Liguori, Annamaria Palomba,  Tonia Persico, Ilaria Scarano, Marilia Testa

scene Marco Di Napoli –  realizzazione scene Alovisi attrezzeria

costumi Cinzia Virguti – sarta Anna Patierno – luci Marcello Falco

direttore di produzione Hilenia De Falco – assistente di produzione Anna Caruso

foto Daniela Capalbo – collaborazione alle scene e grafica Massimo Staich

 

DATE RESIDENZA  <  dal 6 al 28 Giugno | SPETTACOLO < 29, 30 Giugno h 20 Anfiteatro Centro Storico

Luogo < Sant’angelo dei Lombardi (AV)  Durata 1h30 min | Lingua Italiano  Paese ITALIA

  1. La compagnia ha predisposto nei due giorni un servizio navetta per la stampa, prenotazione obbligatoria e informazioni al numero 3335496507

Partenza ore 17.30 Museo Archeologico Nazionale – rientro stesso luogo previsto a Napoli ore 24.00

 

“Bisogna sempre interpretare estendendo la nostra anima sopra ogni cosa, scoprendo un’anima là dove non esiste, dando alle forme l’incanto dei nostri sentimenti; è necessario vedere nelle piazze solitarie le anime antiche che sono passate attraverso di esse, è imprescindibile essere uno ed essere mille per poter sentire le cose in ogni loro sfumatura. Bisogna essere religiosi e profani.”Federico García Lorca

 

“A  80 anni dalla morte di Federico García  Lorca (il 29 giugno del 1936) – così le registe Alessandra Asuni e Marina Rippa in una nota – mettiamo in scena “La casa di Bernarda Alba”, ultima sua opera, in cui i personaggi sono tutte donne. Il suo dare voce alle ingiustizie, la sua denuncia di una mentalità antica, inadeguata, “borghese”, l’attenzione al teatro popolare rendono attuale il testo, anche nella distanza dalla sua scrittura e dalla sua morte tragica. Rarissimo incontrare in un’opera teatrale tanta sensibilità, profondità  nel raccontare il paesaggio interiore femminile. Un femminile che smania dal desiderio di esprimersi in ogni sua forma e un maschile evocato e rappresentato come qualcosa che ingigantisce l’ombra scura di tutte le figure femminili dell’opera. Nell’opera c’è una costante circolarità che ci ha suggestionate e ci ha portate ad approfondirla. Ritornano ciclicamente nelle parole gli elementi naturali: fuoco, aria, acqua, terra, che appaiono come a voler sottolineare l’imprescindibile appartenenza alla forza della natura dei sentimenti,  quelli più misteriosi, Amore e Morte.  In tutte le donne della casa vi è Bernarda con la sua aridità, così come la nonna Maria Josefa  con la sua “libertà” di espressione e il mare dentro. La casa come una prigione, come una grande cassa da morto in cui si è seppelliti vivi; inutile bussare, nessuno sentirà.  Ago e filo. Cucire bianchi corredi, giorno per giorno, tramare la propria vita su telai illusori. La casa si riempie di bianchi pizzi, le stesse pareti della casa nel loro candore sono sempre più oppressive per tutte, costrette a d indossare il nero. La chiesa, le case attorno, le strade da cui provengono voci e storie, gli uomini e le donne che noi vediamo ma che alle figlie non è concesso di vedere e frequentare, la curiosità e la dissomiglianza del vicinato, la vita che ha un ritmo diverso… sono elementi che condizionano la vita all’interno della casa.

In questa residenza del Napoli Teatro Festival Italia abbiamo incontrato gli amministratori, la proloco, il parroco, ma soprattutto la gente del posto, nella quotidianità della vita. Abbiamo raccolto storie e canti, seguito le feste popolari, avvertendo fortemente la grande frattura interiore e sociale che il terremoto dell’ ottanta ha provocato. Angela, Cenzina, Tiziana, Marilina, Ida, Emilia, Lucia, Valeria, Vittorio, Luigi, Franco, Tonino, Sergio…, i ragazzi rifugiati pakistani e afgani si sono affacciati al nostro lavoro compositivo che si è arricchito delle tradizioni di ciascuno.

 

SCHEDE SPETTACOLI

29 e 30 giugno – Teatro Politeama

LES AIGUILLES ET L’OPIUM

drammaturgia e regia Robert Lepage

(il testo dello spettacolo comprende degli estratti da Lettre aux Americains et Opium di Jean Cocteau)

con Marc Labreche e Wellesley Robertson III

Musica e Ideazione Sonora Jean-Sébastien Côté

Luci Bruno Matte .  Costumi François St-Aubin . Immagini Lionel Arnould

Producer Michel Bernatchez \ Produzione Europa –Giappone Richard Castelli – Epidemic

Produzione Ex Machina  \ in coproduzione con Théâtre du Trident, Québec / Canadian Stage, Toronto / Théâtre Du Nouveau Monde, Montréal / Adelaide Festival / New Zealand Festival / Le Grand T, Théâtre De Loire-Atlantique / Les Quinconces-L’espal, Scène Conventionnée, Théâtres Du Mans / Célestins, Théâtre De Lyon / Le Volcan, Scène Nationale Du Havre / Festival De Otoño a Primavera, Madrid / Artsemerson: The World on Stage, Boston / Le Théâtre Français du Cna avec The Englishtheatre et The Magnetic North Theatre Festival / Lg Arts Center, Seoul / Setagaya Public Theatre, Tokyo / The Barbican, London / Napoli Teatro Festival Italia

 

DATE < 29 giugno (ore 21); 30 giugno (ore 19)  | LUOGO Teatro Politeama

Durata: 1h 35 Min (senza Intervallo)  | Lingua Inlese con sott.Italiani   PAESE CANADA

 

È stato a Napoli nel 2010 con Lipsynch e nel 2011 con Le Dragon bleu: quest’anno Robert Lepage torna al Festival con Les Aiguilles et l’opium (gli aghi e l’oppio), uno spettacolo dagli effetti ipnotici, un viaggio nella notte che passa dalle tenebre per arrivare alla luce.
Una notte del 1949, sull’aereo che lo sta riportando in Francia, Jean Cocteau scrive una Lettera agli americani in cui si mescolano fascinazione e disincanto: ha appena scoperto New York, dove ha presentato il suo ultimo lungometraggio. Nello stesso periodo, Miles Davis visita Parigi, portando in valigia il bebop. I jazzofili parigini gli fanno festa e basta una canzone affinché Juliette Gréco gli apra le braccia.
Quarant’anni dopo, all’Hotel de La Louisiane di Parigi, un canadese cerca invano di dimenticare un ex amore. I suoi tormenti sentimentali sembrano trovare una corrispondenza con la dipendenza di Cocteau per l’oppio e quella di Davis per l’eroina.
In uno spettacolo che è sì teatrale ma che contiene elementi di illusionismo, Robert Lepage rivisita Les Aiguilles et l’opium vent’anni dopo la sua creazione: «Terrorizzato dall’idea di confrontarmi con i fantasmi dei miei vecchi ideali, evito quasi sempre di riprendere i miei primi spettacoli. E, dato che sfortunatamente non sono una persona nostalgica, confesso di aver esitato a lungo quando Marc Labrèche mi ha proposto di riprendere Les Aiguilles et l’opium. Creato nel 1991 in seguito a una dolorosa rottura amorosa, Les Aiguilles et l’opium voleva essere una riflessione sulla pulsione e il dolore che spingono certi artisti alla creazione, tessendo dei parallelismi tra la dipendenza amorosa e quella agli oppiacei. Mi sono quindi imposto il duro lavoro di visionare vecchie registrazioni VHS per scoprire che, anche se la scrittura scenica era invecchiata, lo scopo sembrava non aver perso nulla della sua efficacia. Scritto molto prima di Internet, dei social media e dell’11 settembre, le riflessioni esistenziali del protagonista sono oggi più universali che mai e gli estratti della Lettera agli americani di Jean Cocteau ci appaiono oggi quasi profetici».

 

SCHEDE SPETTACOLI

dal 29 giugno al 14 luglio (tranne 8 Luglio) – Museo Diocesano, Site – specific Donna Regina Vecchia 

IL VECCHIO FANGO

drammaturgia Teatro Dei Sensi Rosa Pristina

regia Susanna Poole

con Lidia Arias, Rosaria Bisceglia, Sofia Campanile, Roberta Di Domenico De Caro, Davide Giacobbe, Nelson Jara Torres, Eleonora Longobardi, Salvatore Margiotta, Carlo Melito, Gabriele Poole, Susanna Poole, Cinzia Romanucci

scenografia Giuseppe Barbato
paesaggio olfattivo Nelson Jara Torres
paesaggio sonoro Davide D’alò
disegno luci Ciro  Cozzolino
produzione
Teatro dei Sensi Rosa Pristina

 

DATE < dal 29 giugno al 14 luglio (tranne 8 Luglio)

ingressi < ore 21.00, 21.20, 21.40, 22.00, 22.20, 22.40, 23.00, 23.20, 23.40

 SPETTACOLO per un singolo viaggiatore

Luogo < Museo Diocesano – Donnaregina Vecchia  – Durata 45 min. Lingua Italiano  Paese ITALIA

 

Teatro dei Sensi Rosa Pristina torna al Napoli Teatro Festival Italia con un nuovo labirinto sensoriale che questa volta condurrà lo spettatore alla scoperta di un misterioso piccolo villaggio. Nel titolo c’è l’eco della poetica pasoliniana: Ormai è vicina la Terra di Lavoro/ qualche branco di bufale, qualche/ mucchio di case tra piante di pomidoro/ èdere e povere palanche/ Ogni tanto un fiumicello, a pelo/ del terreno, appare (…) la luce che piove su queste anime/ è quella, ancora, del vecchio meridione/ l’anima di questa terra è il vecchio fango (Pier Paolo Pasolini Terra di Lavoro).

“Ciascuno di noi – si legge nelle note di regia – ha impressa un’immagine di che cosa sia la vita in un paese molto piccolo. Ci sono le case raggruppate e da un cortile si passa ad un altro in un confine sfumato fra il dentro e il fuori, fra la vita privata e quella del vicolo. Ci sono gli abitanti che sanno tutto di tutti ed alcuni, dalla presenza più forte, diventano dei “personaggi” dei quali conserviamo una traccia nell’immaginario. Questo fa pensare a quello che doveva essere Vitebsk per Chagall. Chagall dipingeva le case, le mucche, i personaggi del suo piccolo paese – come lo zio violinista o la coppia di innamorati, la capretta e il campanile – ma tutto trasfigurato nelle dimensioni, nei colori e nella collocazione, in un paesaggio fantastico, tutto interiore. Il Vecchio Fango è un lavoro su un’unità minima di vita comunitaria, un minuscolo villaggio immerso nella natura che potrebbe felicemente rappresentare un’immagine idilliaca. Ma l’altra faccia della medaglia è l’isolamento dei suoi abitanti che può far emergere i tratti più gretti, ruvidi e misteriosi dell’umano. C’è un’oscurità che lo sguardo del visitatore riesce appena a cogliere. Per questo, il viaggiatore che si avventuri nelle strade di questo piccolo villaggio, seguendo un odore, un suono, uno sfioramento, non si sentirà sempre al sicuro e dovrà ricorrere alla memoria e all’immaginazione per ricostruire ciò che, da bendato, non potrà che sentire e toccare con le mani”.

 

 

SCHEDE SPETTACOLI

29 e 30 giugno – Teatro Nuovo

MAR

Creazione collettiva di Teatro De Los Andes e Aristides Vargas

Testo e Regia Aristides Vargas

Traduzione Silvia Raccampo

Direzione Attori Maria Del Rosario Frances

Con Lucas Achirico, Gonzalo Callejas, Alice Guimaraes

Musica Lucas Achirico

Scenografia: Gonzalo Callejas | Costumi: Alice Guimaraes, Jacqueline Lafuente Covarrubias

Luci e Suono: Alejandro Bustamante

Produzione Teatro De Los Andes

 

DATE 29, 30 GIUGNO (ORE 23.00) | LUOGO TEATRO NUOVO

DURATA 1H E 20MIN | LINGUA SPAGNOLO – SOTT. ITALIANO  PAESE BOLIVIA PRIMA NAZIONALE

RESIDENZA DAL 4 AL 15 LUGLIO – SANTA CROCE DEL SANNIO (BN)

 

Storico gruppo boliviano di teatro di ricerca fondato da César Brie e Giampaolo Nalli nel 1991, il Teatro de los Andes, nei suoi venticinque anni di attività ha sempre condotto ricerche sulla memoria andina, ricollegandosi ai miti del luogo.

MAR è costruito come un’allegoria poetica sul senso della perdita e sul mare come metafora di un orizzonte ampio e sconosciuto, specialmente nell’immaginario dei boliviani.

La storia è quella dei tre fratelli – Juana, Miguel e Segundo – che decidono di compiere un viaggio per esaudire l’ultimo desiderio della loro madre in fin di vita: poter morire tra le onde del mare, dove non è mai stata, e lì potersi abbandonare. I fratelli partono deponendo la loro madre su una porta della loro casa, come se fosse una lettiga, ma quel viaggio diventa la metafora dei loro rapporti più intimi e la “porta” si rivela come l’ingresso del loro inconscio segreto nutrito da un immaginario di storie, apparizioni, fantasmi di personaggi scomparsi nella guerra del Pacifico. Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con il regista e drammaturgo, Arístides Vargas -argentino, residente in Ecuador – e con il gruppo ecuadoregno Malayerba.

Al Festival la compagnia, dopo aver presentato a Napoli lo spettacolo MAR, sarà in residenza a Santa Croce del Sannio per lavorare con gli abitanti del paese e mettere in scena un evento pubblico dal titolo Dalle Ande agli Appennini, La pace – ieri, oggi e sempre.

 

  

SCHEDE SPETTACOLI

29 giugno (ultima replica) – Galleria Toledo

PECCATO CHE FOSSE PUTTANA

di  John Ford | traduzione  Nadia Fusini

adattamento e regia Laura Angiulli

con Federica Aiello, Agostino Chiummariello, Michele Danubio, Gianluca D’agostino, Alessandra D’elia, Luciano Dell’aglio, Gennaro Di Colandrea, Stefano Jotti, Vittorio Passaro, Francesco Ruotolo, Maria Scognamiglio, Antonio Speranza

e con la partecipazione straordinaria di Cloris Brosca

Musiche originali eseguite in scena da Pasquale  Bardaro

Scene Rosario Squillace | Luci Cesare Accetta

Produzione Fondazione Campania Dei Festival \ Napoli Teatro Festival Italia \ Il Teatro Coop. Produzione/ Galleria Toledo | in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli

 

 

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