Napoli, successo per la rassegna “I Differenti”

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otto

L’antica chiesa di San Gennaro all’Olmo, nel cuore della Napoli più misteriosa e più suggestiva, incomincia a riempirsi di persone pronte ad ascoltare bella musica. Ci sono anche turisti stranieri. Man mano che arrivano, tutti sono accolti da un’atmosfera familiare e salottiera, assieme ad un dolce buffet e a calici di prosecco per brindare all’apertura della rassegna “I Differenti” in occasione del trentesimo anniversario dell’Otto Jazz Club. Maria Lucci, attuale presidente dell’associazione e “padrona di casa”, come una fenice che ogni volta che soccombe riemerge vivificata e con la forza di volare in alto, con la sua tenacia è pronta a sfidare le mille difficoltà che s’incontrano quando ci si mette in gioco.  Ha così predisposto tutto ed ha voluto che ad inaugurare la rassegna, che prevede una serie d’incontri di alto livello in location interessanti, fosse il quartetto guidato da Giulio Martino, musicista storico del jazz partenopeo e assiduo frequentatore dello storico club di Salita Cariati. L’ensemble è così costituito: Giulio Martino al sax, Leonardo De Lorenzo alla batteria, Alexandre Cerdà Belda al basso tuba e Rocco Zaccagnino alla fisarmonica.

Tutto è pronto per il concerto. Gli strumenti in bella mostra al centro del palcoscenico non aspettano altro che essere accarezzati dalla note e rendono l’ambiente più elegante. Ed ecco che le luci si abbassano e la musica fa il suo ingresso, senza neanche bisogno di essere amplificata perché le vetuste e solide mura, assieme agli altari, fanno da cassa di risonanza.  Il quartetto inizia il suo show con “Three view of a secret” di Jaco Pastorius che immediatamente imprime lo stile della serata musicale: armonia, virtuosismo, feeling, professionalità e divertimento. Subito dopo è la volta di “Spring time” di Giulio Martino. Il concerto prosegue via via con rivisitazioni armoniche di brani del già citato  Jaco Pastorius,  Ornette Coleman, Thelonius Monk, Bill Evans e Osvaldo Farrès.

Così  “Una muy Bonita” , “Broadway blues” , “Evidence” ,“Think of one”, “Children ‘s play song”  e “Con tres palabras” rimbalzano in un gioco di note proposte in modo abile e simpatico, aprendosi a libere improvvisazioni che nascono dall’ empatia tra i musicisti che diventa contagiosa, coinvolgendo il pubblico sempre più partecipe. La musica si apre ad un’atmosfera pacata e raffinata allorché Giulio Martino presenta un brano di sua composizione, “Buon compleanno”, mentre un’accattivante rivisitazione di  “Fables of faubus” di Charlie Mingus dà la sensazione che gli strumenti portino avanti un’animata conversazione dai toni a momenti alti e a momenti sussurrati.

Via via che i brani si susseguono in un fluido armonico di morbide melodie che giungono al numeroso pubblico assorto. Il basso tuba incalza assieme alla batteria,   ora inseguendo il sax di Martino con i suoi virtuosi fraseggi e pennellate di note e ora incastrandosi con  i virtuosismi del talentuoso Zaccagnino. Questi, inoltre, si esibisce oltre che con la fisarmonica, anche con uno strumento singolare, l’accordina, con cui non solo suscita l’ammirazione per l’abilità e la velocità dell’esecuzione, ma anche una simpatica curiosità.  Il tutto è spalleggiato dal virtuoso Leonardo De Lorenzo che ad un certo punto incanta i presenti con un assolo seguito dalla sonora approvazione del pubblico.

A grande richiesta il bis conclude la bella serata e i musicisti visibilmente soddisfatti ringraziano i presenti emozionati ed entusiasti che a lungo applaudono.

 

Daniela Vellani

 

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