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Nella soleggiata mattinata del 25 novembre 2015, nel plesso della sede centrale dell’istituto “Enrico Mattei” di Aversa, si è tenuto un convegno formativo ed educativo sulla “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”, istituita nel 1999 dall’ONU in onore delle 3 sorelle Mirabal, assassinate e torturate il 25 novembre 1960 nella Repubblica Domenicana, dagli agenti del SIM, poiché rivoluzionarie nei confronti della Dittatura. Il convegno si è aperto con il discorso dal Preside dell’istituto, Dott. Giuseppe Manica, che ha introdotto l’argomento in questione, ringraziando la presenza dell’associazione “Non sei sola”, inaugurata nel 22 Marzo 2014 con lo sportello d’ascolto in Via Sant’Andrea presso la Congrega di San Rocco, Chiesa dell’Addolorata, sempre ad Aversa. Lo scopo dell’associazione è quello di ricercare il disagio sociale provocato dalla violenza di genere, offrendo all’utente: accoglienza, ascolto, sostegno psicologico e consulenze legali. La violenza ha diverse sfaccettature da quella domestica, sessuale, allo stalking fino ad arrivare all’omicidio. Questo argomento sembra che abbia toccato principalmente i ragazzi e i tutor della sezione Grafica delle classi 3,4 e 5 che, per l’occasione hanno realizzato gadget, come un origami che rappresentava il fiore di loto, simbolo di rinascita delle donne, manifesti e video spot. Dopo la visione dei lavori prodotti nei laboratori di grafica, la volontaria Alessia Cesario ha esposto ai ragazzi il gravissimo problema della violenza, dimostrata dai dati Istat del 2007 che hanno registrato un alto tasso di aggressioni fisiche e psicologiche subite da donne fra i 16 e i 70 anni, in tutta Europa. Durante questo approfondimento è parso chiaro che la violenza sulle donne non è inevitabile, ma è la conseguenza del progresso negativo mentale dell’uomo. Una delle violenze più comuni, è quella domestica, ma è anche quella meno denunciata, poiché si pensa essere una “questione privata”, anche da chi, a volte, è presente ma resta omertoso,” e pensa che se rimane un segreto, rimane una violenza”. Uno degli esempi più toccanti e inimmaginabili è avvenuto, alcuni anni fa, in un condominio quando un 70enne, considerato da tutti un uomo perbene, al punto di essere visto come un “nonno” , riuscendo a conquistarsi la fiducia dei vicini, che gli lasciavano in custodia i propri figli.
Però durante i giochi dei bambini, l’uomo li istigava a praticare giochi speciali, in particolare il “gioco della panna”. Solo dopo tanti anni i bambini violati si sono confrontati, confidando ai propri genitori l’abuso subito, permettendo la denuncia e l’allontanamento del cosiddetto “nonno”.
Una delle fasi però più significative è stata quella del dibattito collettivo avvenuto fra volontarie e studenti sulla base delle domande: “Che cos’è la violenza? Quali sono le cause?”.
I ragazzi, all’inizio intimiditi, con coraggio hanno parlato esprimendo i loro pensieri a riguardo. Fra pareri di vario genere sono parsi evidenti dei chiari messaggi come quello che “La violenza è suscitata da una forma di insicurezza, l’uomo non è all’altezza dell’amore che ha altre forme, anche nei piccoli gesti” e che “La violenza si combatte con la cultura e la conoscenza e sicuramente “Non è uomo chi violenta un’altra vita”.
L’associazione Nonseisola ha, poi, mostrato ai ragazzi un video, che evidenziava le due facce dell’amore, facendo notare che quasi tutti preferiscono vedere il lato positivo e non quello negativo. Il lato conclusivo del convegno è stato riservato alla parte legale con l’avvocato Elvira Pianese, che ha guidato i ragazzi nel comprendere quanto veramente sia importante distinguere la violenza dal semplice consiglio “preferisco tu non metta il rossetto”. – “Ai nostri giorni è molto più semplice denunciare, è fondamentale portare prove concrete e schiaccianti come possono essere il salvataggio delle conversazioni sulle chat di WhatsApp, Facebook o registrazioni vocali o video delle violenze subite. Così anche nei casi di violenza minorile, si devono informare le forze di polizia, che avvieranno con immediatezza i provvedimenti previsti per questo reato” – dice la dottoressa Pianese ai ragazzi presenti.
In omaggio alle volontarie dell’associazione e alle donne, i ragazzi hanno cantato un brano inedito scritto da un giovane, purtroppo scomparso 21 anni fa. Un testo toccante sulla violenza, sul non cedere alla paura della denuncia e a non perdere la dignità e con un messaggio di speranza sul vero valore della VITA.
Cristina Andreozzi – Maria D’Aniello
Foto di copertina: Claudia Mattiello