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Napoli, “Musica Imprevedibile” con Dario Fariello e Walter Forestiere

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Napoli, al MuseumShop di Francesco Di Bennardo, a Largo Corpo di Napoli, alle spalle della statua dedicata al Nilo, il 17 maggio 2017 ha avuto luogo il settimo appuntamento della rassegna “È  tutta una vertigine” organizzata dall’associazione “Scusi le piace Brahms”.

La rassegna è presieduta dalla dottoressa Immacolata Guadagno. “Musica Imprevedibile” , il titolo del concerto molto particolare, interessante, di spessore ed arricchente proposto dal duo costituito da Dario Fariello al sassofono e Walter Forestiere alla batteria e alle percussioni.

Immacolata Guadagno ha salutato il pubblico facendo un breve resoconto degli eventi della rassegna, evidenziando la varietà di generi musicali che li hanno caratterizzati: dal classico al jazz, dalla tradizione all’improvvisazione. Ha, quindi, introdotto quello della serata in oggetto, evidenziando la sua singolarità centrata su “dove va la musica oggi” e sull’aspetto improvvisativo della performance.

Subito dopo sul palco salivano i due musicisti che creavano immediatamente un’atmosfera interessante, resa ancora più suggestiva dal luogo, una vera e propria grotta di tufo in cui s’immerge il piccolo proscenio. Dal primo momento si è capito che non sarebbe stato un concerto come tanti, bensì un recupero di suoni, melodie ancestrali con una proiezione verso percorsi futuri, nato da grande competenza e padronanza musicale. Il duo, in chiara sintonia, si esibiva spaziando con l’arte dell’improvvisazione, intesa non come qualcosa di casuale, ma che nasce da tecniche, regole e strutture ben precise, quindi impulsiva e ragionata nello stesso tempo. I brani si sono susseguiti trasportando il pubblico in una dimensione in cui il suono del sax e degli strumenti percussivi, nella loro nitidezza e nelle loro svariate sfaccettature creava una “non musica” ricca di immagini e colori, con sonorità inusitate.  Soffi, vibrazioni, ritmi con domande e risposte sonore fluivano con suoni gracchianti, progressivamente intensi, forti e penetranti, a momenti rallentati da “voci” quasi lamentose o rabbiose. Talvolta si aveva l’impressione che batteria e sax s’inseguissero con velocità diverse, ora intersecandosi, ora incespicando, ora inciampando, con improvvisi “boati” sprigionati con energia dalla batteria. I soffi nel sax appoggiato sulle gambe, col ginocchio che a momenti diventava quasi una sordina, facevano pensare a gocce di pioggia tintinnanti o a gorgoglii e a volte la sua voce si univa a quella sussurrata dal musicista. Interessante è stato il momento in cui lo strumento si trasformava, in uno strumento percussivo e con le mani si creava un effetto di spasmodico batter d’ali che unendosi alla batteria diventava sempre più incalzante con veri e propri urli che facevano pensare ad un richiamo di suoni nuovi e antichi.

Non è mancata una interessante provocazione: l’esecuzione dei famosi “4 minuti e 33 secondi”, di John Cage, il suo brano preferito. Perché preferito? Per la completa assenza di musica che però fa apprezzare ciò che avviene al di fuori, un invito all’ascolto altrove.

Il concerto, che è stato interessante e stimolante, suddiviso in due parti, è stato anche caratterizzato da un breve dibattito con interventi di spessore culturale e sicuramente arricchenti.

Dario Faiello, classe 1987, è polistrumentista e improvvisatore nato a Napoli, ma residente a Oslo. Suona sassofoni e viola. Pur essendo molto giovane è in possesso di una formazione ricca e variegata e una carriera intensa. Ha compiuto i suoi studi a Bologna, a Berlino partecipando a festival internazionali con innumerevoli collaborazioni. Con Norbert Stammberger organizza a Monaco un annuale meeting di musica improvvisata dedicato al sassofono tubax e altri strumenti speciali.

Walter Forestiere, nato a Bari nel 1990, fin da bambino si è avvicinato alla musica, inizialmente al pianoforte per poi intraprendere gli studi della batteria. Laureato presso il conservatorio di Bari, dal 2010 si esibisce sia in Italia che all’estero condividendo il palco con artisti nazionali e internazionali della scena underground. Ricercatore e attivo nell’ambito delle musiche di matrice improvvisativa ed elettroacustica, idiomatiche/non, con diverse formazioni, parallelamente all’attività concertistica si dedica alla didattica.

Si tratta dunque di due musicisti dalla formazione ineccepibile che con grande passione e dedizione, percorrono strade sperimentali all’avanguardia e che attraverso la loro esibizione napoletana hanno allargato gli orizzonti culturali dando una dimostrazione di cosa avviene al di fuori dei confini nazionali.

Daniela Vellani