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Caserta: “La salute nel piatto”, dibattito sull’alimentazione all’Università Vanvitelli

La conferenza che si è tenuta ieri, alle 19,00, nella sede di Scienze Politiche dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, faceva parte della serie di eventi di Panorama d’Italia a Caserta, promossi dal magazine nelle date dall’8 all’11 novembre, tutti gratuiti e con sedi sparse tra le Università, Teatri, Cinema, la famigerata Reggia, con artisti, personaggi di vario genere, chef, degustazioni, interviste e conferenze.

La salute nel piatto” è stato un dibattito di Focus moderato dal direttore Jacopo Loredan con specialisti nel campo dell’alimentazione: docenti universitari a disposizione delle tante domande e dubbi che i presenti ponevano sull’ampio argomento che è la salute nell’alimentazione ai nostri giorni. Il direttore di Focus abilmente ha aperto la discussione spostando l’attenzione proprio sul pubblico, a cui attribuisce il ruolo di protagonista, che guiderà con i propri interventi le tesi da trattare o approfondire.

Un argomento di grande richiamo apre il dibattito: il glifosato. Enzo Spisni, biologo dell’Università di Bologna chiarisce subito che, uno dei più usati diserbanti, in realtà non è sicuro per le nostre colture e che gli studi pubblicati sono tutti frutto di studiosi pagati dalla Monsanto, quindi non attendibili. Il prof. Enzo Sciaudone docente di diritto agrario all’Università della Campania Luigi Vanvitelli,  illustra la posizione dei vari paesi europei rispetto al problema glifosato, che in questo mese è in via di definizione. Nonostante i pareri differenti di ogni stato europeo, primeggia il principio generale che ci differenzia dall’America, rispetto al rischio, difatti in Europa se un alimento non è sicuro viene escluso a priori mentre in America per essere bandito deve essere dimostrato che è nocivo. Questi due approcci sono molto differenti contemperano i due aspetti: tutelare la salute e non impedire il progresso. Si prosegue con argomenti via via sempre più attuali, dagli ormoni nella carne, a cui risponde il prof. Marcellino Monda, docente di fisiologia sempre alla Vanvitelli, che specifica che di certo non è salutare mangiare carne di animali a cui sono stati somministrati, ad esempio, antibiotici ma che è innegabile di come gli allevamenti si moltiplicano quando si utilizzano questi farmaci e ci si addentra nel problema “quantità”, aprendo un quesito molto dibattuto, quanto fa bene tutta questa abbondanza di carne e soprattutto quanto si differenzia poi nella gradevolezza del sapore. Nel piatto ci devono finire alimenti salutari ma anche nella giusta quantità. Si discute ancora della gara già in atto ad accaparrarsi territori in Africa, in particolare da parte dei cinesi, per approvvigionarsi di cibo in ottica di un futuro di crescita demografica mondiale e conseguente maggior richiesta, nonché di alcune ricerche avanguardistiche che vedrebbero la produzione della carne da cellule in vitro, su cui ancora poco sappiamo ma di certo avanzano diversi dubbi sul sapore di questo tipo di alimento. Sono svariati gli studi nell’ottica di future carestie, fra le previsioni, ad esempio, di future guerre mondiali possibili, c’è quella per l’acqua.

Dal pubblico arriva puntualmente una domanda sul tanto dibattuto olio di palma, “certamente il migliore olio è quello extravergine di oliva ma l’industria deve reggere dei costi, quindi bisogna equilibrare un buon costo con il migliore dei prodotti possibili, di certo l’olio di palma non è il peggiore”, afferma il prof. Monda, mentre la dietista Valentina Bolli interviene indicando le varie mode nella demonizzazione di alcuni alimenti, come dapprima accaduto con il burro, osservando che gli acidi grassi saturi che rendono l’olio di palma un alimento non salutare, e presenti in quantità anche maggiore nell’olio ad esempio di cocco, e di non trascurare le caratteristiche degli alimenti, come quella di resistere alle alte temperature dell’olio di palma e quella di dare morbidezza ai prodotti che non è propria di altri sostitutivi.

La prof. Carla Lertola, specialista in scienze dell’alimentazione mette in guardia dalle rigidità e dalle mode. Le varie diete che girano nelle palestre, o sui libri, che non sono né equilibrate né salutari, ribadisce, appoggiata da tutti i presenti, che indicazioni sull’alimentazione e diete vanno fatte da professionisti. Gli schematismi, prosegue la prof. Lertola, non tengono conto dell’approccio emotivo al cibo, il salutismo deve tener conto anche dell’aspetto edonistico, sociale e di quello psicologico. Si spazia su argomenti come gli integratori, che non necessiterebbero in un’alimentazione come la nostra, quella mediterranea, dove nulla manca, al massimo occorre negli sportivi quella idrosalina. Di integrazione hanno bisogno ad esempio i vegani, di quella delle vitamine del gruppo B, in particolare della B12. Il prof. Monda ritiene questo tipo nutrizione molto pericolosa, se non bilanciata, mentre ritiene quella vegetariana salutisticamente più accettabile. Si invita come da logica alla moderazione, all’opposto c’è il consumo eccessivo mondiale di carne, la cui sostenibilità non è più possibile con la crescita della popolazione mondiale. Il consumo di carne andrebbe ridotto su scala mondiale almeno di tre volte, oltreché non essere salutisticamente opportuno. Piccole porzioni, una o due volte a settimana, sono sufficienti. Quindi tutti gli specialisti presenti sono d’accordo su un approccio quantitativo, sulla moderazione delle porzioni, e della varietà, scelta più efficace rispetto a quella di bandire totalmente alcuni cibi.

Il dibattito si alleggerisce quando qualcuno dal pubblico ricorda il detto, a proposito di un estremo salutismo: “io non voglio morire da vivo”, su cui sono certamente tutti d’accordo. Nondimeno è un dato di fatto, come illustra il prof. Marcellino Monda, che in Campania il 50% dei bambini sono in sovrappeso con una prospettiva di futuri adulti fortemente esposti a rischio di malattie cardio-vascolari. Come già detto dalla prof. Laertola, per uno stile di vita sano occorre già da bambini favorire l’aspetto ludico per educare al movimento e non sottovalutare l’influenza del cibo sull’umore, anch’esso aspetto psicologico non trascurabile. Si parla tanto di diete che fanno miracoli, che promettono giovinezza ma il tempo farà inesorabilmente sempre il suo corso, quindi scegliere cibi il più possibile salutari, tenere d’occhio le porzioni e fare il giusto movimento, ma accettare anche qualche chilo di troppo senza irrigidirsi in privazioni assolute, che oltre ad essere spesso dannose, non renderanno la nostra vita migliore.

 

 

Lucia Dello Iacovo