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«Mio fratello è stato attinto da tre colpi di pistola. Il terzo mortale.»
La voce di Giuliana (Federica Carrubba Toscano) taglia l’aria del Piccolo Bellini di Napoli e apre lo spettacolo “Incontro” del Collettivo lunAzione, regia di Edoardo Di Pietro, spettacolo che inaugura la stagione del teatro e resta in scena dal 23 al 28 settembre 2025. È un incipit gelido, da verbale, che però brucia di dolore: da lì si spalanca il confronto con Mattia (Lorenzo Izzo), diciassette anni, sfrontatezza come corazza e una ferita speculare. Perché anche lui ha perso un fratello, ma non per caso: un omicidio che affonda nel fango delle faide, dove l’innocenza non è contemplata.
Incontro nasce da un lungo lavoro di ricerca sul campo e dall’ascolto di storie vere, che il Collettivo lunAzione ha saputo trasfigurare in un linguaggio teatrale essenziale e potente. La scelta della scuola come ambientazione simbolica diventa così un dispositivo scenico che mette in dialogo due mondi lontani eppure accomunati dalla perdita, mostrando come la fragilità individuale si intrecci con il peso sociale della criminalità organizzata.
Giuliana è segretaria in uno studio di commercialista: regole, fatica, responsabilità. Ha perso il fratello il 23 dicembre 2016, vittima innocente di un proiettile vagante. Mattia, invece, a scuola non ce la fa: resta solo con una madre depressa, sogna di diventare calciatore e accumulare “soldi, tanti soldi”, e a Giuliana rinfaccia con amarezza «non sei mai venuta a vedermi giocare».
Il loro primo incontro è un duello fatto di ironia e sfottò, ma da quelle battute pungenti nasce il cuore dello spettacolo: un’alleanza fragile, paradossale, costruita sulla rabbia e sulla mancanza. È qui che emergono i due registri interpretativi: Mattia, con la sua sfrontatezza e leggerezza, strappa sorrisi e alleggerisce la tensione; Giuliana, invece, porta il peso della serietà e della compostezza. Proprio questo gioco di contrasti rende la narrazione scorrevole e leggibile, mai schiacciata dal dolore che racconta.
E qui, più di ogni parola, parla il corpo. Incontro è teatro fisico, in cui ogni gesto diventa linguaggio della ferita: il respiro spezzato, la tensione muscolare, le cadute non evitate. Mattia, apparentemente invincibile, si incrina in un attacco di panico che lo piega e lo rivela bambino; Giuliana, contenuta e misurata, si lascia attraversare dalla sua violenza, fino a incarnarne le posture. È una scena folgorante, che mostra come la brutalità possa contaminare chiunque, anche chi sembrava lontano anni luce.
La forza dello spettacolo sta anche nella qualità degli interpreti. Federica Carrubba Toscano, già vincitrice del Premio Hystrio alla vocazione, del Premio Virginia Reiter e del Premio Eleonora Duse, è una delle attrici più autorevoli della scena under 35, presenza costante e riconosciuta nei teatri off. Al suo fianco, Lorenzo Izzo conferma un talento luminoso: energia, naturalezza e profondità che danno spessore a un personaggio complesso e contraddittorio.
Tra un attacco di panico e un abbraccio, tra un verbale gelido e un sogno impossibile, Incontro diventa il racconto di due vite spezzate che provano, disperatamente, a sostenersi. Giuliana e Mattia sono diversi in tutto, ma uguali nella perdita: fratelli mancati, fratelli interrotti, fratelli che non torneranno. L’alleanza che li lega, più che un legame scenico, diventa un atto di resistenza, un esercizio disperato e necessario di fratellanza.
E poi resta, come un nodo in gola, la frase che non smette di risuonare:
«Ma come si supera? Ma come si supera questa cosa? I nostri fratelli non torneranno più. Io voglio mio fratello.»
Due ferite che si guardano,
e nel vuoto cercano un’alleanza.
Ersilia Marano
