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Accendi. Illumina. Scegli. Il Teatro Bolivar svela la stagione 2025/2026: un viaggio tra musica, parola, danza e resistenza culturale
Luce come atto politico. Illuminare ciò che è nascosto, ciò che è fragile, ciò che brucia ma non si dice. Accendere lo sguardo. Scegliere chi si è, da che parte stare. La stagione teatrale 2025/2026 del Teatro Bolivar si apre sotto il segno di queste tre parole – accendi, illumina, scegli – che non sono solo un titolo, ma una presa di posizione. Una serie di nuovi spettacoli che attraversano la musica, la parola, il corpo e la coscienza civile, con una direzione artistica che non ha paura di toccare le zone d’ombra del nostro presente. Una stagione che promette bellezza, ma non quella addomesticata. Una bellezza che scomoda, che provoca, che invita a guardare in faccia il reale.
È nella mattinata dell’11 giugno che è stata presentata al Teatro Bolivar, con grande partecipazione di pubblico e stampa, la nuova stagione 2025/2026. All’incontro sono intervenuti Romina De Luca, in rappresentanza della proprietà del teatro, e i direttori artistici Anna Evangelista e Stefano Scopino del collettivo Nu’Tracks, alla guida della direzione per il quarto anno consecutivo. Come ormai da tradizione, l’apertura della conferenza è stata affidata a una performance dal forte impatto simbolico: il teatro completamente al buio, il silenzio assoluto, poi la scena che prende lentamente vita. Queste introduzioni performative sono diventate un vero e proprio marchio di fabbrica del Teatro Bolivar, fortemente voluto dalla direzione artistica Nu’Tracks, per fare del momento della presentazione non un semplice annuncio, ma un’esperienza immersiva. Stavolta è stata la compagnia FUNA ad aprire con “Handle With Care”, creata e interpretata da Ginevra Cecere e Viola Russo, con paesaggio sonoro di Julia Primicile Carafa e light design di Fabio Andreozzi. La scena si è trasformata in un archivio visivo ed emotivo, dove il corpo diventa il luogo della frattura e della rinascita. Un inizio emozionante, che ha subito chiarito il tono di una stagione che punta alla profondità, non alla superficie.
Il programma si articola in una selezione di nuovi appuntamenti, distribuiti tra ottobre e maggio, ai quali si aggiungeranno ulteriori eventi nel corso dell’anno. Si parte il 18 ottobre 2025 con Peppe Barra, protagonista di “In Concerto”, un’immersione nella tradizione napoletana tra musica, racconto e identità. Con la sua presenza carismatica e la sua voce inconfondibile, Barra incarna una memoria viva e ancora potentemente attuale. Il 22 novembre 2025 sarà la volta di “Ammore”, spettacolo scritto e interpretato da Maurizio De Giovanni con le musiche di Joe Barbieri, in un incontro tra parole e melodia che riflette sull’amore come unico strumento rivoluzionario, intimo e collettivo al tempo stesso.
Il 23 dicembre 2025 il Bolivar ospiterà uno degli eventi più attesi della stagione: l’Harlem Gospel Choir porterà in scena “Magic of Motown”, uno spettacolo coinvolgente, spirituale e ritmico, per la prima volta al Sud Italia. Il 24 gennaio 2026, sarà protagonista Giulia Vecchio con “Non so piangere a comando”, testo di Mattia Torre, un monologo potente che affronta la violenza domestica e familiare con uno sguardo grottesco e tagliente, raccontando la lotta di una donna per riprendersi la propria voce.
L’ 8 febbraio 2026 arriva Chiara Francini con “Forte e Chiara”, spettacolo autobiografico che mescola comicità e riflessione, mettendo al centro il tema della maternità e dell’identità femminile con leggerezza solo apparente. Il 14 marzo 2026 andrà in scena “456”, altro testo di Mattia Torre, interpretato da Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino e Giordano Agrusta: una tragicommedia feroce e surreale su una famiglia isolata, immersa in un mondo contadino immobile, grottesco e profondamente italiano.
Il 28 marzo 2026 tornerà in scena in forma completa la compagnia FUNA con “Handle With Care”, in una produzione originale firmata da Maria Anzivino, Ginevra Cecere, Viola Russo e Julia Primicile Carafa. Tre corpi femminili attraversano stati di frattura, suoni disturbanti e paesaggi onirici, raccontando la fragilità e la necessità di reinventare il collettivo attraverso il movimento. È uno spettacolo fisico, viscerale, destabilizzante, che lascia un segno profondo. Il 18 aprile 2026 sarà il turno di Giobbe Covatta con “SCOOP (Donna Sapiens)”, una lezione comica sull’evoluzione della specie vista attraverso gli occhi delle donne: ironia pungente e satira intelligente per smontare pregiudizi e stereotipi.
A chiudere la stagione sarà, l’8 maggio 2026, “L’uomo nel lampo”, spettacolo-concerto con Stefano Massini e Paolo Jannacci. Una drammaturgia musicale che unisce la parola civile di Massini alle suggestioni jazz e cantautorali di Jannacci: storie di margine, piccoli eroi invisibili, fragilità che diventano voce. Un finale che riassume e amplifica il senso dell’intero percorso.
In parallelo alla stagione teatrale, il Teatro Bolivar conferma il suo impegno formativo e sociale con la Bottega Teatrale, curata da Fulvio Sacco, rivolta a ragazzi e adulti: un luogo dove il teatro è strumento per conoscersi e per cambiare. Il Laboratorio pedagogico teatrale di Martina Zaccaro continua a offrire ai bambini un’esperienza ludica ed emotiva profonda, capace di attivare riflessioni e crescita attraverso il gioco e l’arte della scena. Il Bolivar rinnova inoltre le sue collaborazioni con Zelig Open Mic, per la valorizzazione della comicità emergente, con il Premio Fausto Rossano dedicato alla salute mentale e con diverse rassegne dedicate alla musica d’autore, alla narrazione contemporanea e alla sperimentazione multidisciplinare.
«Anche quest’anno – ha dichiarato Romina De Luca – abbiamo scelto di rendere il Teatro Bolivar uno spazio vivo, dove si possa accendere il pensiero, illuminare la sensibilità e scegliere chi vogliamo essere. Non un luogo da attraversare passivamente, ma un presidio culturale attivo, necessario, condiviso.»
La stagione 2025/2026 del Teatro Bolivar non è solo un programma, ma una direzione precisa, un invito a partecipare, ad ascoltare e a guardare. Ogni spettacolo è una possibilità. Una scelta. Un atto di resistenza culturale.
Ersilia Marano