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L’insonnia “disturbo del sonno… difficoltà ad addormentarsi…conseguenza di svariate condizioni patologiche…sintomi…cause… etc etc…”, (cit. da Internet) oltre a tante spiegazioni e definizioni, può anche essere un’opportunità, una fonte di ispirazione, un trait d’union. Così la vive Antonio Torino, poliedrico attore e autore teatrale e cinematografico, insegnante di scrittura creativa per ragazzi ed ora scrittore esordiente.
Nel suo libro “Il signor T e le ore piccole” (ed. Homo Scrivens) l’insonnia è l’elemento che unisce pensiero, racconti, vissuti.
Il volume è stato presentato mercoledì 28 maggio a Napoli presso Slash Plus, di fronte a un pubblico numeroso e attento. Insieme all’autore sono intervenuti l’editore Aldo Putignano e l’attrice e regista Angela Rosa D’Auria, che ha curato le letture.
Aldo Putignano ha aperto l’incontro, ringraziando per l’ospitalità, presentando l’evento e le peculiarità del libro, e dialogando con l’autore a cui ha posto domande stimolanti, curiose e a volte provocatorie.
Il libro, infatti, dalla struttura originale e personale, si presta a svariate interpretazioni di natura letteraria, psicologica, relazionale e sociodinamica.
La prima domanda spontanea è “Chi è il misterioso, triste e mesto signor T?” e ancora “perché le ore piccole?”
Il signor T è un contabile frustrato che vorrebbe fare altro, che vive di notte e nel regno “del faccio dopo”, “uno scrittore dilettante, tormentato da una perenne insonnia, redige un elogio delle sue ore piccole appena trascorse in bianco. A intervallare questo resoconto, in cui si interroga sulla sua impossibilità a dormire, scrive dei racconti, otto racconti per otto ore di sonno mancato…” (dalla quarta di copertina).
L’insonnia, dunque, diventa una compagna di questo “signore”, che prova un pizzico di invidia verso il collega Stefano Solari, riuscito invece a scrivere un romanzo.
Tra gli otto racconti che seguono la cronologia delle ore insonni, si incrociano diversi personaggi, quotidiani e dalle svariate sfumature caratteriali.
Dal dialogo con l’editore, durante la presentazione, sono emersi diversi aspetti dell’opera. Vi convivono elementi autobiografici e osservazioni di vite altrui. Tra le fonti di ispirazione s’individuano l’insonnia (in primis), l’amore, il luogo, l’autoterapia sia per il protagonista che per l’autore e infine la cornice narrativa.
La scrittura, a tratti frammentata, lascia proseguire le storie nella mente del lettore anche dopo il punto. La lettura è affascinante ed è caratterizzata da tratti onirici e a momenti surreali. Si avverte una “tensione” verso il numero e verso tutto ciò che si muove in scena. Talvolta, gli oggetti più semplici assumono significati profondi, come nel racconto Pentagramma, in cui emerge un’impossibilità di mettere a fuoco, proprio come accade nei sogni.
Molte le domande poste da Putignano che hanno animato l’incontro. Una delle più significative: “Nel libro c’è qualcosa di te che non immaginavi e quando è nata l’idea”. Torino ha riposto “Sì, non pensavo di parlare di me, e invece ho scoperto qualcosa di me stesso … Il libro è nato una notte, pensando ad un autore argentino di milonga che, non riuscendo a dormire si metteva a studiare e a scrivere canzoni…”
Ha poi fatto riferimento a un altro “protagonista” del libro, il frigorifero (illustrazione della copertina), che con la sua luce crea un piacevole stato di penombra notturna e l’atmosfera giusta per scrivere attraverso una scrittura suggestivamente frammentata.
La presentazione è stata coinvolgente. Antonio Torino, visibilmente emozionato e soddisfatto, ha ringraziato l’editore Aldo Putignano, Rosa D’Auria che con le sue letture intense ha toccato le corde emotive dei presenti, Donatella De Tora, il pubblico presente e lo scrittore e sceneggiatore Francesco Costa, che ha dedicato al libro queste parole, riportate in quarta di copertina “Scrittura di grande eleganza, incisiva, ricca, immaginifica, denota talento e sicurezza di sé. Siamo di fronte a un narratore di razza”.
Daniela Vellani