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Emozioni, dolore, rabbia, speranza, gioia: dolci e drammatiche evocazioni si intrecciano in uno spettacolo intenso e commovente, capace di toccare le corde più profonde di chi ne prende parte.
“Ester e l’ape su fiore blù” è un concerto in un racconto in memoria della Shoah scritto da Nina Borrelli e presentato il 24 gennaio 2025 a Napoli presso L’Accademia Enrico Caruso del Maestro Schirone. Protagoniste dell’evento sono state Nina Borrelli, autrice del testo, e Maria Grazia Ritrovato, interprete musicale di brani originali della tradizione Yiddish, oltre che di sue composizioni.
In un’atmosfera raffinata e suggestiva, hanno creato una magica sinergia unica: le parole toccanti e la musica, perfettamente in sintonia con il testo, hanno regalato al pubblico momenti di forte impatto emotivo.
La storia di Ester, una donna ebrea che ripercorre le tappe della sua vita, è intrisa di arte, musica, amore.
Attraverso il passare del tempo, come pezzi di un puzzle, scorre il racconto con “immagini” di una fanciullezza all’insegna del sorriso, serena, piena di colori e giochi, dove persino un viaggio in treno era un’avventura ricca di scoperte. Tuttavia, i toni cambiano progressivamente: l’infanzia luminosa lascia spazio alla persecuzione degli ebrei, al buio della guerra, alla deportazione su un treno, questa volta grigio e angosciante, fino all’orrore del campo di concentramento. Qui, col passare delle stagioni, tutto sembra spegnersi: l’amore, la gioia di vivere, i colori.
Ester è costretta a svolgere mansioni umilianti, come tagliare i capelli ai deportati, tra urla e rimproveri dei suoi aguzzini. Eppure, anche nel profondo di questo abisso delirante, emerge una scintilla di speranza: un fazzoletto ricamato con un’ape appoggiata su un fiore blu. Questo piccolo oggetto diventa il filo conduttore della sua esistenza, passando di mano in mano tra persone amate, fino a trasformarsi in simbolo di resistenza. La musica, con la sua forza evocativa, diventa la chiave di salvezza: “La musica è ovunque. Se saprai trovarla, ti porterà lontano.” E così, la vita torna a pulsare nelle vene di Ester, accompagnata dall’amore di un uomo.
Il messaggio dello spettacolo, arricchito da metaforiche candeline accese e spente, è potente e invita a riflettere: in un mondo in cui riemergono pericolosi rigurgiti di odio, è fondamentale riscoprire la forza dell’arte, della musica e della bellezza come ancore di salvezza per costruire un futuro migliore.
Lo spettacolo ha riscosso grande successo, grazie sia alla profondità delle tematiche trattate sia alle straordinarie performance delle due artiste. Un’ovazione commossa ha suggellato il momento finale, lasciando il pubblico profondamente toccato.
Daniela Vellani