Napoli, al San Ferdinando, sarà in scena, in prima nazionale,”Woyzeck”

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Woyzeck regia Tommaso Tuzzoli – ph©Pino Miraglia

Dal 26 novembre al 1dicembre 2024 al Teatro San Ferdinando di Napoli

in PRIMA NAZIONALE

WOYZECK

da Georg Büchner

traduzione e adattamento Federico Bellini

regia Tommaso Tuzzoli

Tommaso Tuzzoli dirige il capolavoro di Georg Büchner nell’adattamento e la

nuova traduzione di Federico Bellini.

In scena l’incubo di Woyzeck, uomo-automa vessato dal potere.

Un’opera di disarmante attualità, che invita a riflettere sulle eterne dinamiche

autoritarie, le ingiustizie sociali, la violenza sulle donne, la sopraffazione e lo

sfruttamento.

La lettura registica di Tommaso Tuzzoli, guarda a uno dei testi più misteriosi e rivoluzionari della drammaturgia mondiale, una pietra miliare a lungo ignorata, di un autore – Georg Büchner – antesignano della contemporaneità e dalla vita spezzata ad appena 23 anni. Coproduzione del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale insieme a Casa del contemporaneo – Centro di produzione teatrale, Il  Rossetti –  Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Tinaos in collaborazione con Dialoghi –  Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024, a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia. In scena dal 26 novembre  al 1 dicembre al Teatro San Ferdinando, lo spettacolo offre un nuovo sguardo su uno  dei testi più crudi e allucinati del teatro moderno. Nel ruolo del protagonista Alberto Boubakar Malanchino, vincitore del Premio Ubu under 35 e interprete in grande ascesa nel panorama cinetelevisivo, in scena Tony Laudadio nei diversi ruoli del Potere, Federica Sandrini nel ruolo di Marie ed Edoardo Sorgente in quello del Tamburmaggiore. 

Woyzeck di Georg Büchner è uno dei testi più rivoluzionari della drammaturgia moderna, che ha ispirato diverse trasposizioni, dall’opera lirica di Alban Berg nel 1925 al film di Werner Herzog con l’indimenticabile Klaus Kinski nel 1979 fino al musical di Bob Wilson e Tom Waits nel 2000. In Italia resta memorabile la messa in scena del 1973 di e con Carlo Cecchi, per la sua capacità di rendere il protagonista, Franz Woyzeck, un “tragico diverso”, elevando il personaggio dalla sua condizione di povertà e marginalità a figura che sfida il sistema che lo opprime, forse il primo esponente del lumpenproletariat della storia del teatro moderno assunto alla dignità di antieroe tragico. Il testo conserva una drammatica attualità sia nei riguardi del Potere che opprime e muove, come un fantoccio Woyzeck, la cavia che da mesi mangia piselli per qualche soldo e che viene regolarmente controllato da un Dottore nelle sue manifestazioni fisiche, vessato da un Capitano che gli instilla il seme della gelosia, ritenuto sottilmente una bestia, ragionevole o no, da tutti coloro che incarnano un superiore.

«La concretezza delle relazioni e questa parola scarna senza orpelli – afferma il regista – permetterà agli attori di restituire una parola affilata, come quella stessa lama di coltello che permetterà l’omicidio (…) L’incubo di Woyzeck diventa l’incubo che sfocerà nel totalitarismo, nella rivoluzione restauratrice.” Anche la storia della compagna Marie, assassinata dal protagonista, risuona come una denuncia contro la condizione delle donne vittime di violenza in contesti di marginalità. Il dramma si intreccia a temi universali come il disagio esistenziale e l’incomprensione. Nel corpo di Woyzeck, costretto a occupazioni umilianti e precarie in situazioni di degrado, incapace di trovare un luogo sicuro per sé e la propria umanità, sopravvivono ancora oggi gli spettri più oscuri dell’Europa. 

Sullo spettacolo 

Heiner Müller, in occasione del discorso tenuto nel 1985 per il conferimento del Premio Büchner, lasciò praticamente attonito l’uditorio, sostenendo che forse Woyzeck tornerà tra noi, da vivo o nella sua resurrezione, assumendo una forma tutt’altro che rassicurante e in qualche modo anticipatoria della grande aberrazione nazista del Novecento. Il potere, nelle sue varie incarnazioni, lo dirige come un burattino, uno degli automi tanto cari allo scienziato Büchner, forse 

incapace di intendere ma non ancora di non volere. Nel ritmo sincopato di questa nuova traduzione, l’obiettivo è di restituire la natura del testo originale tedesco, dove le frasi sono spesso spezzate, allucinate, dove il gergo proletario di Woyzeck e Marie si distanzia dal tedesco barocco e persino sgrammaticato con cui Büchner si prende gioco del potere. Una versione coerente con quella che pare la distribuzione e la cronologia più verosimile delle scene pensate da Büchner, che di fatto presenta quasi due inizi diversi, ma che restituisce immediatamente, fin dalla scena iniziale, la rappresentazione di un uomo già probabilmente al limite delle forze. Frammenti legati in scene in un unico respiro, cercando di non tradire la natura visionaria e incredibilmente post-drammatica del capolavoro. Immersi in un luogo sospeso, Come pianeti che ruotano intorno alla stella madre, gli interpreti di questo lavoro ruoteranno intorno al corpo di Woyzeck come in un vortice che condurrà ad un finale profetico e privo di speranze. L’incubo di Woyzeck diventa l’incubo che sfocerà nel totalitarismo, nella rivoluzione restauratrice. 

Tommaso Tuzzoli 

Lo spettacolo dopo le rappresentazioni di Napoli sarà in scena dal 21 al 24 gennaio 2025 al Teatro Rossetti di Trieste. 

WOYZECK 

da Georg Büchner 

traduzione e adattamento Federico Belliniregia Tommaso Tuzzoli 

con Tony Laudadio, Alberto Boubakar Malanchino, Federica Sandrini, Edoardo 

Sorgente 

scene e costumi Pier Paolo Bisleri 

disegno luci Simone De Angelis 

suono Daghi Rondanini 

direzione tecnica Lello Becchimanzi 

datore luci Tommaso Vitiello 

assistente costumista Andrea Iacomino 

training e movimenti Sara Lupoli 

direzione allestimento Enrico De Capoa 

coordinamento produzione Flavia Cardone 

fotografo di scena Pino Miraglia 

grafica Sofia De Capoa 

scene realizzate da Scenotecnica Armando Alovisi 

costumi realizzati da Anna Giordano per Sartoria Pennacchio 

maschera realizzata da Macrè di Maurizio Crocco Egineta 

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del contemporaneo –Centro di produzione teatrale, Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Tinaos in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024 a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia 

date e orari 

26/11/2024 ore 21:00, 27/11/2024 ore 17:00, 28/11/2024 ore 19:00, 29/11/2024 ore 

21:00, 30/11/2024 ore 19:00, 01/12/2024 ore 18:00 

Info www. teatrodinapoli.it 

Biglietterie tel 081.5513396 | 081.292030 / 081.291878

biglietteria@teatrodinapoli.it 

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