“Il bambino nascosto”, due mondi a confronto e in conflitto nell’ultimo film di Roberto Andò

Sarà possibile ancora per qualche giorno, ed in poche sale cinematografiche, poter vedere l’ultimo film di Roberto Andò – Il bambino nascosto – tratto dal suo omonimo romanzo del 2020, edito dalla casa editrice La nave di Teseo.

Gabriele Santoro (bravissimo Silvio Orlando) è un maestro di pianoforte del conservatorio di Napoli. Come gli ricorda lo stesso fratello (Gianfelice Imparato) vive in un posto di merda, circondato da gente di merda e fa una vita di merda perché la famiglia gli fa orrore e ha voluto prenderne le distanze da tempo.

La realtà però, come spesso accade, è più complessa di come sembra.

Il maestro è un uomo schivo, silenzioso, severo, colto, ma è anche pieno di passioni nascoste, segrete, private.

La sua routine viene completamente stravolta dall’intrusione – vera e propria – in casa, di un bambino che cerca un posto dove stare, perché sta scappando dalla sua famiglia.

Ciro Acierno (Giuseppe Pirozzi) non è un bambino qualsiasi, ma il figlio del camorrista che vive nel palazzo del maestro e, con la complicità di un amico, ha fatto un torto alla persona sbagliata.

Gabriele si troverà a fare i conti con un ragazzino che si sente già uomo, privato della sua infanzia, dove non c’era posto per i sentimenti di bambino, primo fra tutti la paura.

Il maestro Santoro si vedrà costretto a fare una scelta estrema, andando contro tutto e tutti, per concedere un’altra possibilità, un’altra vita a Ciro ed in fondo anche a se stesso.

A fare da sfondo a questa storia c’è Napoli. La Napoli complicata, rumorosa, esagerata.

La Napoli reale, non sintetizzabile ed incasellabile nella dicotomia del bianco e nero, del bene e del male: come riassume il padre del maestro Santoro (splendido cameo di Roberto Herlitzka) – in una scena molto tenera –  ex giudice in pensione, parlando di tutti gli anni del suo lavoro e ricordando sempre il peso della responsabilità di giudicare, a volte la giustizia scritta non sempre rappresenta la scelta giusta,  in un luogo dove esistono infinte sfumature di grigio, a volte bisogna scegliere l’amore.

Paola Improda