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Una penna raffinata, precisa, pronta, vivace, grande apertura mentale e voglia di progettare il futuro con una particolare attenzione verso le nuove generazioni, sconfinata progettualità, ampio spessore culturale, interessi, curiosità, amore per lo sport, amore per la cultura… amore per la vita
Ecco chi era Carlo Franco, pietra miliare del giornalismo e della cronaca, eccellente reporter, punto di riferimento dell’informazione corretta, trasparente e attenta, condita da quella bellezza, nelle sue diverse sfaccettature, che fa la differenza e che lo rendevano unico nello stile e nella classe.
Gran bella persona, di rara sensibilità, generosa, avida di ampliare le sue conoscenze e sempre pronta a recepire novità, stimoli culturali sociali ad ampio raggio, senza pregiudizi, artifizi e sovrastrutture mentali.
La sua carriera è stata lunga e intensa, pregnante di una miriade di esperienze variegate e disparate, durante la quale con i suoi pezzi ha impreziosito svariate testate: da Repubblica al Mattino, dalla RAI al Corriere del Mezzogiorno, con un’attenzione negli ultimi tempi rivolta anche a quelle delle reti di internet.
“FATE PRESTO” chi potrà mai dimenticare la famosa frase a caratteri cubitali che riempì la prima pagina del Mattino del 25 novembre 1980 e che Andy Warhol trasformò in stile pop art in una sua celeberrima opera artistica per il suo impatto emotivo e forte invito alla solidarietà.
Lui, gran signore nella vita e nel giornalismo, con coraggio si era, infatti, fiondato nelle zone dell’Irpinia duramente colpite dal terremoto, pronto non solo a testimoniare ciò che stava succedendo, ma anche a sollecitare aiuti concreti per salvare quante più vite possibile.
Il mondo dell’informazione perde, così, una imponente figura del giornalismo italiano.
Della sua irrefrenabile attività non solo ricordiamo i numerosi articoli scritti in redazione, gli innumerevoli reportage come inviato, inchieste, servizi speciali interviste, documentari, ma anche la sua veste di pregiato scrittore, critico letterario, esperto di politica, di cronaca, di arte, di spettacoli, di eventi culturali e sociali.
La sua poliedricità gli consentiva di affrontare qualitativamente argomenti che toccavano qualsiasi ambito con precisione, originalità e un pizzico di quell’ironia garbata che lo contraddistingueva.
Tutto ciò che faceva, inoltre, era colorato dall’entusiasmo e dalla simpatia. Era un grande appassionato di sport, nonché grande esperto, e tuttora, ultraottantenne, giocava nella squadra di pallanuoto dei giornalisti.
Assieme a Paolo Rastrelli nel 2018 aveva pubblicato con Tullio Pironti Editore “Quando Napoli andava a vela – Racconti di mare di un tempo che fu”, un saggio per tutti, appassionati del settore e semplici lettori, frutto di un lavoro certosino di documentazione, raccolta di testimonianze e fotografie su oltre un secolo di storia della vela a Napoli (vedi recensione pubblicata su Differentemente dell’8 gennaio 2018)
Il mondo del giornalismo applaude in standing ovation con gratitudine, stima e tanta tristezza un professionista di grande signorilità, una persona perbene, affabile, disponibile, sempre pronta a dare una mano al prossimo e a sorridere a tutti… alla vita.
Daniela Vellani