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Napoli, al Cellar Theory, riparte il Culture Beat Jazz Meeting

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Napoli, il 31 gennaio al Cellar Theory, il  nuovo appuntamento con la jam session della terza edizione di Culture Beat Jazz Meeting a cura di  Giulio Martino e Alessandro Aspide.

Il Cellar Theory è un interessante locale, che si distingue da quelli di puro intrattenimento, in cui ci si ritrova per ascoltare e condividere buona musica. Si ispira  ai Kellerclub berlinesi, fulcro della vita notturna e musicale della città. Si tratta di ritrovi sotterranei ricavati da cantine, a cui si accede attraverso scalette ripide, caratterizzati da muri rossi un po’ scalcinati, arredamenti alla buona, con vecchi e malandati divani ed il bancone del bar, intorno al quale gli avventori possono muoversi liberamente, sentendosi a casa e preparandosi un drink da soli. Il Cellar Theory  non ha perso il suo vecchio spirito di kellerclub.  Nato nel 2007 in una cantina di Via Bonito a Napoli come sala prove, di registrazione e realizzazione di progetti, il Cellar grazie all’accoglienza, all’apertura verso nuove risorse e alla adeguata struttura, negli anni è diventato un punto di aggregazione sempre più frequentato da musicisti e gruppi partenopei o provenienti da fuori città. Nel 2008 il live di una band riscuote un tale successo che il locale, senza perdere la sua identità di centro propulsore di progetti innovativi e di musica di buon livello, assume una nuove veste e da sala prove si trasforma in live club. Nel 2013 ha cambiato location, ma ha conservato lo spirito originario: un luogo dove ascoltare una musica che non  scende a compromessi, dal jazz al rock, dall’elettronica al cantautorato e dove trovano spazio anche altre espressioni artistiche, fuori dai soliti circuiti, dal video alla fotografia e altro. È  proprio in questo interessante luogo di incontro musicale che la jam session “itinerante”, a tema e di alta qualità, curata da Giulio Martino e Alessandro Aspide della Beatbox, riprende col suo concentrato di jazz notevole. La nuova formula delle jam che prevede ben due prove prima dell’evento, offrirà la possibilità di proporre brani impegnativi e più complessi. La monografia questa volta è infatti dedicata ad un anno fondamentale per questo genere musicale, il 1959, The Year That Changed Jazz. Si tratta di un anno magico e assai fertile. I nomi che hanno segnato la storia del jazz realizzano nello stesso periodo dischi destinati a diventare pietre miliari del pianeta musica con brani, ormai famosissimi standard senza tempo, che sono parte integrante del tessuto vitale di chi ama la Musica con la emme maiuscola. Miles Davis con  Kind of the blue (Columbia), Ornette Coleman con The Shape of jazz to come (Atlantic), John Coltrane con Giant steps (Atlantic)), Horace Silver con Blowing’ the blues away  (Blue Note), Charles Mingus con   Mingus:  Ah Um (Columbia), Bill Evans Trio con Portrait in jazz IN (Riverside), Duke Ellington con Anatomy of a murder (Columbia), Ella Fitzgerald con Sings the George and Ira Gershwin song book (Verve), fanno sentire la loro grande forza creativa, vitale ed emotiva con grandi opere, uscite nel 1959 che  hanno lasciato un’impronta indelebile ed esemplare nella storia della discografia mondiale.

Quell’anno è insomma un caleidoscopio di svariate note che sarà illuminato, domenica, dai giovani talentuosi che si iscriveranno alla jam session con le loro proposte e saranno abilmente e professionalmente guidati da Giulio Martino che, creerà ancora una volta sinergie ricche e coinvolgenti sia per le band, che si alterneranno vivacemente sul palco, sia per chi assisterà. Si potrà quindi spaziare tra brani come Autumn Leaves, All Blues, So What ,Train Girl Of My Dreams, Freddie Freeloader e tanti altri offerti dalla ricchezza del repertorio dei dischi.

 

Daniela Vellani

 

Info: CellarTheory, vico Acitillo 58 Napoli 349 8328486

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