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Baselice, il borgo in festa per la VII edizione del Presepe vivente

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foto credit Michele Caserio

“Sulla via di Betlemme” è il nome del presepe vivente di Baselice di quest’anno, giunto con grande successo alla settima edizione.

Il suggestivo e magico evento, ormai fiore all’occhiello non solo di Baselice, l’ameno borgo medievale sannita in provincia di Benevento, ma di tutta la regione campana, si è svolto nei giorni 28, 29 e 30 dicembre 2017.

Promotore e regista della bella manifestazione è stato Don Michele Benizio. Questi, avvalendosi di uno staff di cinquanta collaboratori, in un alacre lavoro di équipe si è impegnato per ben tre mesi per la sua realizzazione, col merito di aver coinvolto gran parte degli abitanti di tutte le età. Si è svolto così uno spettacolo interattivo con ben quattrocentocinquanta figuranti, centocinquanta animali, un gruppo di zampognari   che, tra scenografie, teatralizzazioni, coreografie e costumi, ha riportato il paese indietro nel tempo con ambientazioni spettacolari, colorate, vivaci e sinergiche che hanno emozionato, entusiasmato e favorito proiezioni storiche ed umane sia nei protagonisti che nel numeroso pubblico accorso da ogni parte non solo della Campania, ma anche da luoghi più distanti.

Si è trattato di un teatro “multipalco”, messo in atto con una cinquantina di scene realizzate in diverse abitazioni, messe a disposizione dai proprietari, cantine scavate nel tufo, capanne, bancarelle, stalle e stand. Un’intera piazza si è trasformata nel grande e movimentato mercato ebreo, sinagoga compresa. Qui i venditori attiravano l’attenzione dei visitatori con voci forti e suadenti che si mescolavano ai versi dei tanti animali sistemati in stalle allestite per l’evento e con la diffusione di musiche svariate, dai canti tradizionali a quelle suonate con antichi strumenti percussivi o con le zampogne. Lo storico Palazzo Lembo è diventato il quartier generale di Erode con la sua corte e qui sono state effettuate performance con momenti di recitazione e con   danze orientali. I locali e gli ingressi delle case hanno ospitato le botteghe ed i negozi tipici del presepe, all’interno dei quali in bella vista sono stati esposti oggetti artigianali (cesti in vimini, mortai in pietra, utensili svariati, tessuti, manufatti all’uncinetto) o svariati prodotti enogastronomici. In abbigliamento d’epoca, si potevano incontrare falegnami, ramai, vasai, osti, censori, mercanti, fornai, cestai, tessitrici, lavoranti della lana, esattori, profeti.  Nel dedalo di viuzze e vicoletti, illuminati da suggestive fiaccole, ci si poteva imbattere in un mendicante implorante, nella giovanissima madonna incinta che si aggirava accompagnata da san Giuseppe, in centurioni, nel mangiafuoco che lanciava fiamme al passaggio dei visitatori, in torme di ragazzini allegri, vestiti con tunichette grezze come si usava all’epoca della nascita di Gesù. Come tradizione presepiale vuole, l’intera scenografia della Natività ha arricchito la parte finale della manifestazione con il suggestivo arrivo dei pastori con le fiaccole ed i loro animali per omaggiare la nascita di Gesù, un neonato di tre mesi circa, ultimo nato di Baselice, e un’esplosione di fuochi d’artificio concludeva in una pioggia di colori la “tre giorni” presepiale.

La visita del vivace presepe è stata ben organizzata, con guide che accompagnavano i visitatori suddivisi in gruppi, giunti in paese con i propri mezzi o con pullman organizzati. E’ stato messo a disposizione anche un servizio navetta gratuito. L’evento è stato ripreso dalle telecamere di varie emittenti.

All’uscita del percorso guidato, si sono potuti degustare i prodotti tipici del luogo: formaggi, salumi, fagioli, vini, miele, frittelle, dolci, pizze, salsicce.

Si è trattato, quindi, di una grande ed emozionante festa che ha consentito di evidenziare le bellezze ed i prodotti di questo luogo, che si trova nella Valfortore ai confini con la Puglia ed il Molise, accogliente e caratteristico, arroccato su un bel colle di tufo, dal centro storico affascinante e ricco di antiche storie intriganti e misteriose.

 

Daniela Vellani